di Ottavio Olita
Agli sfiduciati, ai pessimisti, ai tanti che temono che la deriva culturale italiana sia irreversibile e che soprattutto i giovani rischino di restarne travolti, avrebbe fatto molto bene partecipare al Campus 2010 di Albachiara svoltosi a Montecatini dal 21 al 23 ottobre per iniziativa della Provincia di Pistoia e del Comune e che per il suo settimo incontro dedicato alla cittadinanza aveva per titolo “Benessere…ergo sum”.
L’immagine che, soprattutto la televisione di intrattenimento delle reti principali, ci dà del nostro Paese è talmente distorta che quando pensiamo ai ragazzi, in particolare, ci sembra che siano irrimediabilmente stregati dai modelli culturali rappresentati dai realities, che si chiamino “Grande Fratello” o “Isole”, dai tronisti e dalle veline, o da “Amici”.
Nessuna delle reti – o dei Tg principali - tenta di raccontare la loro voglia di partecipazione, di coinvolgimento nei progetti di cambiamento, di sostegno a chi si fa portatore di valori positivi. Un esempio: nel dibattito della mattina del 23 ottobre nel Teatro Verdi affollato da 1.700 giovani provenienti da tutta Italia ci sono stati due momenti di grande emozione. Il primo quando Umberto Ambrosoli ha spiegato che l’eroismo di suo padre Giorgio nacque dalla sua onestà, dalla voglia di educare i figli su principi semplici ma rigorosi, nel totale rispetto delle regole. I ragazzi si sono alzati in piedi in una standing ovation inaspettata perché frutto dei contenuti delle cose dette da Ambrosoli, non della sua capacità oratoria. L’altro grande momento di coinvolgimento dell’assemblea si è avuto quando Pietro, Andrea e Antonio, tre operai della Vinyls che nell’Isola dell’Asinara – nell’ex supercarcere - vivono da oltre otto mesi l’esperienza che, insieme con i loro compagni, hanno voluto chiamare l’Isola dei Cassintegrati, sono stati salutati da un unico grido, “Non Mollate, Non Mollate”, ritmato con il battito delle mani.
Gestito mirabilmente da Chiara Innocenti, giovane assessora alla cultura della provincia di Pistoia e dal suo staff, il Campus ha proposto ai ragazzi molte delle problematiche attuali dell’essere cittadini in Italia, e lo ha fatto facendoli incontrare con alcuni personaggi-simbolo di varie realtà. Oltre agli operai e ad Ambrosoli, gli studenti di un Istituto superiore di Tropea, Susanna Camusso, segretario aggiunto della Cgil, il magistrato Giancarlo Caselli, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti. Il lavoro e la legalità, il diritto all’informazione e allo studio sono stati i temi centrali. E i giovani hanno potuto dialogare con i relatori inviando sms ad un numero di telefono messo a disposizione dall’organizzazione. Chiara Innocenti ha fatto da mediatrice tra platea e palco. Un dialogo estremamente utile che ora andrebbe articolato meglio sul territorio. Così come per l’iniziativa lanciata lo scorso maggio a Perugia dalla Tavola per la Pace, i risultati del Campus della scorsa settimana a Montecatini vanno distribuiti nel tempo e nelle singole realtà locali. Il punto di riferimento costante e comune, il ‘fil rouge’ di tutte queste iniziative, rimane la Carta Costituzionale il cui valore insostituibile per la nostra democrazia può essere dimostrato nella quotidianità costruendo percorsi culturali nei quali i ragazzi, i giovani, siano sempre più coinvolti.