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Una campagna contro le mutilazioni genitali femminili
di Elisabetta Viozzi
Oggi si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. C’è chi, come in Francia vuole rivendicare il diritto ad indossare una gonna, ci sono i panettieri del vicentino che distribuiranno sacchetti con la scritta 'Per molte donne la violenza e' pane quotidiano, e c’ è chi sceglie una rosa come simbolo di una campagna contro una delle violenza più orrende contro il corpo della donna.
Il petalo di rosa, metafora del clitoride mutilato e segno di speranza per un futuro in cui nessuna bambina dovrà più subire mutilazioni dei genitali, è il simbolo della campagna END FGM che AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, e Amnesty International condurranno in occasione dei 16 giorni di mobilitazione sulla violenza contro le donne promossi dall’ONU, tra il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e il 10 dicembre 2010, Giornata internazionale dei diritti umani. Sono 130 milioni nel mondo le donne che hanno subito MGF. Tale pratica tradizionale, diffusa in 28 paesi dell’Africa Sub-Sahariana e in alcuni paesi asiatici e del Medio Oriente, riguarda anche all’incirca 500 mila donne e ragazze oggi residenti in Europa. Si stima che siano 180 mila le bambine residenti nel vecchio continente che rischiano di subire la pratica.
Ascolta l'intervista a Cristiana Scoppa, portavoce di AIDOS.
Il petalo di rosa, metafora del clitoride mutilato e segno di speranza per un futuro in cui nessuna bambina dovrà più subire mutilazioni dei genitali, è il simbolo della campagna END FGM che AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, e Amnesty International condurranno in occasione dei 16 giorni di mobilitazione sulla violenza contro le donne promossi dall’ONU, tra il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e il 10 dicembre 2010, Giornata internazionale dei diritti umani. Sono 130 milioni nel mondo le donne che hanno subito MGF. Tale pratica tradizionale, diffusa in 28 paesi dell’Africa Sub-Sahariana e in alcuni paesi asiatici e del Medio Oriente, riguarda anche all’incirca 500 mila donne e ragazze oggi residenti in Europa. Si stima che siano 180 mila le bambine residenti nel vecchio continente che rischiano di subire la pratica.
Ascolta l'intervista a Cristiana Scoppa, portavoce di AIDOS.
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