di Elisabetta Viozzi
Una donna su tre, in Italia, ha subito, almeno una volta nella vita, la violenza maschile. Un dato impressionante, che diventa mostruoso se si pensa che gli abusi hanno spesso il volto di un marito, di un fidanzato, di un padre. Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e, a quanto pare, c’è n’è un gran bisogno. E’ l’Istat a dirci che sono quasi 7 milioni le donne che hanno subito abusi fisici e sessuali. Tre milioni di donne hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata. Sono proprio le mogli e le fidanzate a subire i reati più gravi : 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni tra le mura domestiche. Un milione di donne hanno subito uno stupro o una tentata violenza. A pretendere con la forza il rapporto sessuale è il partner il 70% delle volte e in questo caso lo stupro è reiterato. Il 6,6% delle donne ha subito una violenza sessuale prima dei 16 anni, e più della metà di loro (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. Gli autori sono degli sconosciuti una volta su quattro, nello stesso numero di casi sono parenti (soprattutto zii e padri) e conoscenti.
La violenza come ci viene descritta dai media non combacia dunque con la cruda realtà dei fatti: gli abusi non avvengono che raramente nel classico vicolo buio, le donne non sono che in minima parte sopraffatte dallo straniero crudele e aggressivo. Sono le mura casalinghe il teatro frequente degli atti più vili e il carnefice ha spesso solo una connotazione: è un uomo. C’è qualcuno che però si impegna per uscire dalla spirale donna vittima- uomo carnefice. E’ l’associazione Maschile Plurale, che lotta al fianco delle donne contro la violenza, ma rivolgendosi al maschio, da uomo a uomo. Ascoltiamo l’intervista a Massimo Greco, membro dell’associazione Maschile Plurale e infermiere nel policlinico Tor Vergata di Roma, dove è stato creato un gruppo per l’accoglienza e l’ascolto delle donne vittime di violenza.