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Salute e sicurezza sul lavoro: possibile procedura di infrazione nei confronti dell'Italia
di redazione
La Commissione europea potrebbe aprire l’ennesima procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Il tema in questione, questa volta riguarda la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, nello specifico le difformità contenute nella normativa italiana rispetto alla direttive europea 89/391/CEE.
La notizia, in via informale, proviene direttamente dall'Unità Salute, sicurezza e igiene sul luogo di lavoro, della Commissione Europea Occupazione, Affari Sociali, Pari Opportunità all’indirizzo di Marco Bazzoni che lo scorso anno aveva presentato la denuncia. In seguito all’analisi dettagliata della denuncia e ai vari rilevamenti fatti, l’Unità in questione “contempla” l’opportunità di proporre alla Commissione ( a cui spetta il compito di adottare formalmente la decisione) di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. La procedura, sottolineano nella missiva, dovrebbe riguardare in particolar modo: “la deresponsabilizzazione del datore di lavoro ( eventuale violazione dell’art.5 della direttiva europea); posticipazione dell’obbligo di valutazione del rischio di stress legato al lavoro ( possibile violazione dell’art.6, par.5 punto A) in combinato disposto con l0’art.5 della direttiva; proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente ( possibile violazione dell’art.9, par.1, punto A), in combinato disposto con l’art.6, par.3, punto A della direttiva.”
Per avere la conferma bisognerà tuttavia attendere il mese di gennaio.
La notizia, in via informale, proviene direttamente dall'Unità Salute, sicurezza e igiene sul luogo di lavoro, della Commissione Europea Occupazione, Affari Sociali, Pari Opportunità all’indirizzo di Marco Bazzoni che lo scorso anno aveva presentato la denuncia. In seguito all’analisi dettagliata della denuncia e ai vari rilevamenti fatti, l’Unità in questione “contempla” l’opportunità di proporre alla Commissione ( a cui spetta il compito di adottare formalmente la decisione) di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. La procedura, sottolineano nella missiva, dovrebbe riguardare in particolar modo: “la deresponsabilizzazione del datore di lavoro ( eventuale violazione dell’art.5 della direttiva europea); posticipazione dell’obbligo di valutazione del rischio di stress legato al lavoro ( possibile violazione dell’art.6, par.5 punto A) in combinato disposto con l0’art.5 della direttiva; proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente ( possibile violazione dell’art.9, par.1, punto A), in combinato disposto con l’art.6, par.3, punto A della direttiva.”
Per avere la conferma bisognerà tuttavia attendere il mese di gennaio.
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