di Elisabetta Reguitti
La seconda domenica di ottobre, ogni anno, dal 1998 l’Anmil (associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro) celebra la sua giornata e quest’anno sarà Verona ad ospitare la 59 esima edizione. Ad oggi sono oltre 800 mila gli invalidi del lavoro e 130 mila le vedove e gli orfani. Vite appese agli alti ponteggi, alle piattaforme, alle travi e ai piloni. Storie di vita spezzate da macchinari schiacciate sotto pesi. Padri, mariti e compagni usciti di casa e mai più tornati. Lavoratrici gravemente infortunate la cui vita non tornerà mai più ad essere come prima. Un infortunio sul lavoro può minare anche le relazioni affettive. I sentimenti. Per se stessi e per le persone che circondano le vittime. Prevenzione e salvaguardia della salute e sicurezza come uniche vere strategie contro gli infortuni. Anche nel periodo di crisi. Perché l’attuale media di incidenti nel nostro Paese di aggira intorno ai 2.500 ogni giorno, tre persone perdono la vita mentre 27 rimangono ferite. Alla vigilia della Giornata dedicata alle vittime del lavoro il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha incontrato il Presidente dell’Anmil nazionale Franco Bettoni. Insieme hanno parlato delle questioni riguardanti la tutela degli infortunati e dei loro familiari. la categoria per chiedere un ulteriore impegno verso gli infortunati sul lavoro e i loro familiari. A Verona, tra gli altri, interverranno il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il presidente Inail Marco Fabio Sartori, Pietro Cerrito segretario confederale Cisl, Paolo Carcassi Uil il responsabile salute e sicurezza della Cgil Ludovico Ferrone e il segretario generale Ugl Renata Polverini.
Il contatore di Articolo21 segna quota 815. Sono i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno. Non sappiamo se rispetto allo scorso anno le cifre siano aumentate o diminuite. Sappiamo che è un bollettino di guerra. Che va fermato