di Articolo21*
Il presidente Berlusconi, come avevamo previsto, ha deciso di realizzare dal vivo il finale del film il Caimano, annunciando per il prossimo 13 febbraio una manifestazione contro i giudici che osano trattarlo come un cittadino uguale agli altri per quanto riguarda l'accertamento di reati comuni che nulla hanno a che vedere con i reati di opinione.
Il presidente Berlusconi, come avevamo previsto, ha deciso di realizzare dal vivo il finale del film il Caimano, annunciando per il prossimo 13 febbraio una manifestazione contro i giudici che osano trattarlo come un cittadino uguale agli altri per quanto riguarda l'accertamento di reati comuni che nulla hanno a che vedere con i reati di opinione.
Come ormai dovrebbe essere chiaro a quasi tutti, Berlusconi non ha affinità alcuna con i vari Don Sturzo, de Gasperi, Don Minzoni, per parlare solo di quei politici moderati e antifascisti ai quali ha tentato di paragonarsi. Non solo, non ha a e non ha mai avuto affinità politiche, ma tanto meno etiche e comportamentali.
Sia come sia la decisione di promuovere una marcia contro i suoi giudici naturali rappresenta un assalto alla costituzione e alla legalità repubblicana.
L'obiettivo è quello di sempre, quello antico della loggia P2: colpire a morte i poteri di controllo, imbavagliare la magistratura e quello che resta della libera stampa, oscurare la pubblica opinione affinché nulla sappia, consentire ad uno solo di rivolgersi al paese attraverso le sue videocassette, senza domande, senza contraddittorio alcuno, senza diritto alla replica per gli aggrediti e gli insultati.
Se ancora ce ne fosse stato bisogno ci ha pensato lo stesso direttore generale della Rai Masi a travestirsi da berluschino e a fare la sua imitazione tentando di interrompere con le minacce la trasmissione di Santoro.
Di fronte a questi assalti annunciati alla Costituzione non si può restare passivi, né tanto meno farsi condizionare da logiche di parte o di schieramento.
Se Berlusconi confermerà la mala idea di marciare contro i giudici, nella stessa giornata, il 13 febbraio, sarà doveroso che scenda in piazza anche l'Italia che ama la legalità repubblicana e che si riconosce nel tricolore e nella carta costituzionale.
Modi e forme della iniziativa dovranno ovviamente essere decise insieme a tutte le forze politiche, sociali e sindacali che si riconosceranno in questa proposta e per queste ragioni abbiamo deciso di convocare il direttivo di articolo 21 per mercoledì prossimo alle ore 13,30 nella Sala San Claudio di Palazzo Marini, Piazza San Claudio 166.
*il presidente Federico Orlando, il portavoce Giuseppe Giulietti, il segretario Tommaso Fulfaro
Emergenza democratica: urgente una grande mobilitazione popolare - di Domenico Gallo / Superate le 80.000 firme all'appello di Libertà e giustizia per chiedere le dimissioni di Berlusconi / Se non ora quando? Appello alle donne per una mobilitazione il 13 febbraio / Dimettiti per un'Italia libera e giusta. Sabato 5 febbraio al Palasharp di Milano