di Bruna Iacopino e Ambra Murè
Il 10 dicembre 2009 al banco degli imputati in seno al processo Eternit, accanto a Schmidhelny Stephan Ernest (Svizzera) e De Cartier De Marchienne Lous (Belgio), ex vertici Eternit, a sedere al banco degli imputati ci sarà un altro nome illustre: niente meno che lo Stato italiano, nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri pro-tempore Silvio Berlusconi. La notizia pressochè passata in sordina, a parte qualche rara eccezione dal mondo della rete risale al 17 novembre 2009, data in cui il Tribunale di Torino ha emesso il decreto di citazione. Lo stato sarebbe dunque correposnsabile civile delle morti d'amianto per non “ aver adottato ( testuale) i provvedimenti necessari a garantire il rispetto dei principi costituzionali e l’attuazione delle specifiche direttive CEE in materia di tutela della salute dei Lavoratori..” per questo è scritto ancora nel decreto viene fatta richiesta che esso “... sia condannato in solido con gli imputati del presente procedimento penale al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, patiti e Patiendi, tutti nessuno escluso…”
Una novità di assoluto rilievo e che fa esultare i diversi comitati, associazioni, e familiari delle vittime che da anni si battono incessantemente per ottenere giustizia per le tante troppe morti da amianto registrate in questi anni: 4.000 l'anno solo in Italia, stando a quanto riporta uno studio Ispesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro).
“Il tribunale di Torino ha riconosciuto valide le motivazione addotte dal nostro avvocato (Ezio Bonanni) e ha chiamato a sedere al banco degli imputati lo Stato nella persona del Presidente del Consiglio, naturalemnte la stessa richiesta ( al momento riguarda un solo soggetto costituitosi parte civile) verrà presentata il giorno 10 per tutte le associazioni che lui difende ed è la prima volta che uno stato viene chiamato a rispondere per non aver tutelato la salute dei lavoratori e per inottemperanza delle sue stesse leggi...” è quasi incredulo Michele Michelino, del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni e che sarà presente il 10 dicembre come parte civile insieme ad altre associazioni e comitati. Anche questa una vittoria, ottenuta grazie alla caparbietà di operai, familiari, semplici cittadini che prendendo “in mano” i propri diritti e la tutela della propria salute hanno deciso di andare fino in fondo.
“...ci presenteremo parte civile e chiederemo un euro simbolico di risarcimento- afferma Michelino- perchè crediamo che la salute e la vita umana non possano essere monetizzate... poi il giudice stabilirà se abbiamo diritto ad una cifra maggiore. Quello che vogliamo è che venga fatta giustizia, non possiamo permettere che chi continua a uccidere e a inquinare l'ambiente possa pensare di lavarsi la coscienza semplicemnte pagando un'ammenda...”
Brucia in queste parole il ricordo degli amici scomparsi, operai esposti per troppo tempo a lavorazioni pericolose senza alcun tipo di protezione, bruciano ancora di più le ferite successive, le morti dei familiari di molti di questi operai, magari delle mogli “colpevoli” soltanto di aver lavato le tute sporche dei propri mariti, non ultima quella di Carmela Maganuco, 53 anni, vedova di Giovanni, operaio presso le fucine Breda, carcinoma esteso a entrambi i polmoni, scomparsa il 23 novembre di quest'anno. Per anni aveva lavato le tute sporche del marito.
Il “problema” amianto è un problema attuale ed è un problema del futuro sottolinea ancora Michelino: “ ...si prevede che il picco dei morti sarà tra il 2015 e il 2020 e fino al 2030: il mesotelioma ha una latenza di 30/40 anni... quindi, tenendo conto che l'amianto è stato messo fuori legge nel '92 ciò significa che si continuerà a morire d'amianto in questo paese.”
A confermare questi dati le cifre allarmanti che erano circolate già nei primi mesi di quest'anno: “...90.000 morti l’anno secondo la rivista scientifica The Lancet; 500.000 quelli annunciati per la sola Europa nei primi 30 anni del XXI secolo...”
Laconico, l'avvocato Ezio Bonanni motiva "tecnicamente" la richiesta da lui avanzata e successivamente accolta dal Tribunale: " ...la costituzione impone la tutela della salute ai sensi dell'art.32 e subordina l'attività economica privata al rispetto di questi principi in base all'art.41, II comma... stando alla direttiva europea del 1983 e data la condanna comminata all'Italia nel 1990 dalla Corte di giustizia con la procedura di infrazione 240/89 appare poi evidente come l'amianto dovesse essere bandito ben prima del 1992. Lo stato è chiamato dunque a rispondere per inadempimento nei confronti delle sue stesse leggi e per non aver adottato prima le direttive europee che avevano bandito l'amianto."
"...se la direttiva fosse stata recepita prima ci sarebbero state men esposizioni e quindi meno morti." Commenta nfine, senza tralasciare una bella stoccata per i media... "troppo distratti dal gossip, per accorgersi di temi importanti come la salute sui luoghi di lavoro e del territorio..."
Si attende intanto il 10 di dicembre, le singole realtà si sono già mobilitate, a Torino quel giorno ci vogliono essere tutti per gridare la loro sete di giustizia.
Ascolta l'intervista all'avvocato Ezio Bonanni / Michele Michelino: " Chiederemo un euro simbolico di risarcimento..." (audio)