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Chimica: 100 km in marcia per salvare la Basell
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di Bruna Iacopino

Chimica: 100 km in marcia per salvare la Basell

C’è chi si arrampica su una torre, chi decide di auto-esiliarsi su un’isola e chi ancora si mette in marcia, scegliendo di fare 100 km a piedi per incontrare il Ministro dello sviluppo economico pur di scongiurare il pericolo più grande, la chiusura di un intero stabilimento e la perdita non di un uno ma di circa un migliaio di posti di lavoro. Ancora una volta protagonista di questa vicenda è il comparto della chimica e nello specifico lo stabilimento ternano della Lyondell Basell, ormai da più di un anno, tra minacce di chiusura, scioperi, manifestazioni e presidi che hanno ottenuto ampia solidarietà non solo dalla cittadinanza ma dalle stesse istituzioni locali e da numerosi parlamentari, fino a sollecitare l’interesse del Governo che anche in precedenza, attraverso il Ministero dello sviluppo economico, aveva dichiarato di “seguire con attenzione la vicenda”. Una crisi, che come spiega Sergio Cardinali segretario provinciale Cgil chimici, ha già fortemente provato la città di Terni.
Un migliaio circa i lavoratori che potrebbero perdere il posto di lavoro qualora la Basell decidesse di chiudere lo stabilimento: “ La chiusura dello stabilimento avrebbe un effetto domino su altre realtà ad esso collegate in fliera- spiega Cardinali- coinvolgendo direttamente Meraklon, Treofan, Novamont… la situazione attuale vede infatti 100 lavoratori della Basell in cassa integrazione, 250 della Meraklon fermi e in sciopero con il blocco delle merci in uscita, a cui si aggiungono 180 della Teofran, e 120 della Novamont, per arrivare, sommando tutti coloro che lavorano nell’indotto, a un migliaio circa di posti di lavoro.”
A conti fatti, per una città di poco meno di 115.000 abitanti ciò rappresenterebbe un colpo durissimo per le ripercussioni in termini economici e sociali: “ Questo per Terni- continua Cardinali- significherebbe la perdita netta del 20% di prodotto interno lordo, con danni enormi da un punto di vista sociale.”
Da qui l’idea della marcia dei 100 km a piedi a chiedere al Governo uno sforzo ulteriore nella trattativa con la multinazionale Basell, essendoci ad oggi già una proposta da parte di Novamont per rilevare lo stabilimento e riconvertirlo per la produzione di materiale biodegradabile. Una proposta finora rigettata, perché, spiega il sindacalista, Basell non vede di buon occhio la presenza di una concorrenza interna sul mercato.
La Novamont infatti sarebbe disposta a rilevare l’impianto cominciando col mantenere la produzione attuale e avviando contemporaneamente la produzione alternativa, quella di “plastica biodegradabile”, rubando così una fetta di mercato importante a Basell, vista la richiesta continua di polipropilene.
La soluzione però sembrerebbe arrivare proprio dall’incontro avuto oggi con il Ministro Romani: l’effetto concorrenza potrebbe essere abbattuto trovando una forma di “collaborazione” tra le due società almeno in un primo periodo.
Cauto ottimismo da parte dei quasi 300 lavoratori arrivati oggi a Roma per sostenere la vertenza del comparto chimico ternano. Anche se, sottolinea Cardinali, una soluzione del genere potrebbe essere positiva per tutti.
Non rimane dunque che attendere l’incontro fissato tra Novamont e Basell per il 6 aprile, e sperare nell’impegno promesso anche oggi dal Ministro Romani che, racconta Cardinali, ha tenuto a dire come a suo avviso ci “ siano tutte le condizioni perché l’incontro del 6 abbia un carattere risolutivo.”

Ascolta l'intervista a Sergio Cardinali


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