di Ottavio Olita
Due ragazze liceali, con la loro freschezza e la loro passione, possono essere considerate l’emblema della manifestazione che si è svolta a Cagliari; così come le due studentesse universitarie che le hanno precedute; così come Cristina Arcidiacono, pastora della chiesa evangelica battista, portatrice di uno straordinario messaggio d’amore, comprensione, solidarietà, contro le discriminazioni, le chiusure, le brutture diffuse nel nostro Paese, ad esempio su omosessualità o testamento biologico. La Costituzione dei diritti e dell’inclusione, oltre alla Costituzione che dà garanzie al lavoro: come nell’omaggio che un gruppo di operai impegnati nella zona del Palazzo di Giustizia, davanti al quale si è tenuta l’iniziativa, ha voluto rendere al tricolore, issandolo in cima alla loro gru che è stata poi portata alla massima estensione. Simboli, ma anche tanta gente, nonostante il brutto tempo e un vento gelido. Numeri? Inutile farne visto che i contatori sono tutti tarati in modo diverso (come la ridicola cifra di 500 persone fornita da uno dei giornali locali: a che ora, di grazia? all’inizio o alla fine?); l’impressione è stata quella di un grande appuntamento, partecipato, sentito, al quale anche tanti esponenti dei partiti hanno dato la loro adesione, accogliendo con senso di responsabilità la richiesta degli organizzatori di non indicare la propria appartenenza ma di aggregarsi unitariamente sotto la Carta Costituzionale e la bandiera d’Italia.
Le valutazioni, chiamiamole scientifiche, del momento che attraversiamo affidate ai costituzionalisti Pietro Ciarlo, Andrea Deffenu e Gian Mario Demuro, così come quelle contenute nel documento dell’associazione nazionale magistrati letto da Antonio Volpi, si sono affiancate alle reazioni scandalizzate di chi sta vivendo sulla propria pelle una condizione drammatica determinata dalle scelte del governo: i lavoratori del Teatro Lirico di Cagliari, gli insegnanti, i lavoratori precari. Così come l’emozione provata, e trasmessa alla piazza, da Carlo Cotza che, parlando a nome del movimento gay e lesbiche ha detto che finalmente gli era stata data la possibilità di parlare di giorno e a tanta gente; non solo di notte, quasi di nascosto, e a pochi intimi. Un grande abbraccio unitario tra tutti quanti vogliono ricostruire la scala di valori profondi – culturali, sociali, umani – caratteristici del nostro popolo e sui quali è stata costruita la Carta Costituzionale.
Non bisogna consentire agli scellerati che la attaccano per un proprio tornaconto di negare il futuro alle giovani generazioni. Resistere insieme oggi per poter ricostruire un sano confronto politico una volta che ristabiliremo il terreno comune, condiviso, sul quale discutere per crescere insieme, non per negare i diritti ai più deboli, così come rischia di diventare un’Italia nella quale i cittadini non siano più tutti uguali di fronte alla legge. E’ per questo che non ci possono essere né se né ma sull’obbligatorietà dell’azione penale da parte delle procure quando vengono a conoscenza di un reato; è per questo, e meno male, che è stata possibile un’inchiesta come quella su tangentopoli che non ha guardato in faccia nessuno e che ha portato alla luce del sole un vasto sistema di corruzione.
Con le stesse modalità si sono svolte le manifestazioni anche a Sassari e Nuoro, con un ‘fil rouge’ rappresentato dalle donne del comitato “Se non ora quando” e da due scrittori che, se pure tanto distanti fra loro per anagrafe e scelte narrative, hanno voluto dare un contributo.
A Sassari Salvatore Mannuzzu con un articolato intervento inviato agli organizzatori e fatto leggere, data la sua indisponibilità ad essere presente per ragioni fisiche; a Cagliari Flavio Soriga. Entrambi hanno messo a disposizione parole appassionate e appassionanti per un’Italia migliore di quella che oggi viene raccontata nel mondo.
Il futuro infine. Che fare? Certo non si può andare di piazza in piazza, visto anche che non si riesce a tradurre tanta mobilitazione popolare in successive azioni parlamentari che trasformino in risultati concreti la partecipazione dei cittadini. Così come proposto da Articolo 21, che a Cagliari ha già avviato questo tipo di iniziative, si moltiplicheranno gli incontri con i giovani, gli studenti, i cittadini per illustrare, approfondire, far conoscere sempre più lo straordinario documento elaborato 64 anni fa e che – esso sì - ci fa essere orgogliosi di dirci italiani.