di Giancarlo Castelli*
Kasper è in braccio al papà. La sua piccola giacca a vento rossa da bambino di due anni spicca in mezzo alle divise blu mimetiche della polizia antisommossa russa (Omon) che ondeggiano, spingono, caricano gli attivisti sui furgoni per arrestarli. Caricano anche Natal’ja, la mamma di Kasper. Il padre Oleg col piccolo in braccio tenta di avvicinare Natal’ja nel furgone dove i poliziotti, evidentemente agitati, hanno stipato alcuni manifestanti di un corteo di dissidenti non autorizzato a San Pietroburgo, quello che si tiene ogni mese in diverse città della Russia.
Liberali, anarchici, comunisti, ativisti per i diritti civili e da un po’ di tempo anche gli artisti del gruppo Voinà, situazionisti noti per le loro azioni pubbliche con contenuti estremi e provocatori. I genitori di Kasper sono due di loro.
Prima che chiudano lo sportello del furgone, Oleg prova a porgere Kasper alla madre, allungandolo sulla testa dei poliziotti nervosi. Non ci riesce. Fa il giro del furgone. Il piccolo piange ma Oleg chiede spiegazioni, vuole sapere dove porteranno Natal’ja. Non si arrende. I poliziotti si innervosiscono sempre di più. Le telecamere puntate su di loro aumentano la loro agitazione. Poi agiscono. Chiudono Oleg in un angolo della strada, lo accerchiano. Oleg tiene sempre saldamente in braccio Kasper terrorizzato. Una mano oscura l’obiettivo. Oleg è a terra, bloccato dagli Omon. Il piccolo, a quel punto, è in braccio a un uomo in divisa e vede tutto, suo padre schiacciato sull’asfalto. Oleg grida. Lo caricano su un pullman. “Russia libera, Russia libera” fa in tempo a gridare dal finestrino poi una mano lo ricaccia violentemente all’interno. Il bambino viene portato in un ospedale. Ha un trauma cranico, forse non di grave entità.
Oleg e Natal’ja vengono picchiati, come conferma il loro avvocato Dmitrij Danze che non viene però ammesso al commissariato. Il bambino rimane tutta la notte in ospedale senza i suoi genitori. Al mattino, soltanto grazie all’intervento dei legali, riescono a riportarlo a casa. Le autorità avevano anche tentato di togliere loro la potestà genitoriale. Quel giorno, a Mosca e San Pietroburgo, in occasione della manifestazione Strateghia 31 (in riferimento all’articolo 31 della Costituzione russa sulla libertà d’espressione) erano stati arrestati i leader dell’opposizione Boris Nemtsov, Eduard Limonov, Sergej Udaltsov.
per Associazione ANNAVIVA
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