di Alessandro Danese
Il capo della Casa Bianca e il leader del Cremlino hanno firmato lo Start 2, il trattato per la riduzione delle armi nucleari. “Un avvenimento storico”, per Barack Obama, che “rende gli Stati Uniti ed il mondo piu’ sicuri". Per il presidente russo Medvedev: ”Oggi ha vinto la comunita’ mondiale”. Un momento destinato a scrivere un capitolo fondamentale nella storia della politica internazionale, che arriva a quasi vent'anni dalla firma dello Start, che sancì la fine della Guerra Fredda e l'inizio del disarmo nucleare. La firma è stata raggiunta dopo un anno di trattative e tensioni soprattutto sullo scudo antimissile americano. In pratica l'accordo, che la Casa Bianca si augura sarà ratificato entro l’anno, prevede un tetto di 1.550 ordigni nucleari operativi per i due Paesi, riducendo del 30% i rispettivi arsenali. La durata e’ di dieci anni e potrà essere estesa poi per altri cinque.
Dunque un accordo che preannuncia una nuova, concreta fase di distensione tra la Russia e gli Stati Uniti? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Dragosei, corrispondente del Corriere della Sera a Mosca e autore di “Le Stelle del Cremlino”, un libro appena pubblicato sulla Russia di Putin e Medvedev.
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