Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - ESTERI
Morti per la verità
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Umberto de Giovannangeli*

Morti per la verità

A Misurata, città sotto assedio. Bombardamento indiscriminato da parte delle forze di Gheddafi. Nessun segno della Nato». È l’ultimo messaggio prima di morire. Sono due i giornalisti rimasti uccisi ieri a Misurata, secondo quanto riferiscono alcuni media. Si tratta di Tim Hetherington e Chris Hondros, si legge sul sito Huffington Post. Tim Hetherington, fotografo e documentarista, era nato a Liverpool e viveva a New York ed era stato nominato all'Oscar per un suo documentario. Chris Hondros, fotoreporter statunitense, era stato nominato per il premio Pulitzer e lavorava per l'agenzia fotografica Getty. Un altro fotografo, Andre Liohn, rimasto a sua volta ferito a Misurata, ha scritto ieri sul suo profilo di Facebook che i due colleghi sono morti «mentre riportavano dal fronte». In un primo momento Liohn aveva scritto sul sito che solo Hetherington era morto, ma poco dopo ha aggiunto: «Anche Chris Hondros è morto». Entrambi avevano 41 anni. I due viaggiavano in gruppo con altri due reporter, rimasti feriti, Michel Brown e un terzo reporter identificato solo con il nome di Guy. Tutti insieme erano sulla Via Tripoli, la principale arteria di Misurata, la città a circa 200 chilometri ad est della capitale assediata da quasi due mesi dalle forze fedeli a Muammar Gheddafi. L'arteria è l'epicentro dei combattimenti fra governativi e insorti. I giornalisti sarebbero stati colpiti da un tiro di mortaio. L'Huffington Post ha riportato il testo dell'ultimo messaggio pubblicato da Hetherington sul suo profilo di twitter. «A Misurata, città sotto assedio. Bombardamento indiscriminato da parte delle forze di Gheddafi. Nessun segno della Nato», ha scritto prima di morire.
Un fotografo di guerra, che aveva documentato tutti i conflitti dell'ultimo decenni dalla Liberia, la Sierra Leone, la Nigeria e l'Afghanistan, dove aveva realizzato un documentario «Restrepo» che ha ottenuto la nomination agli Oscar e ha vinto il famoso Sundance Film Festival . È questa la storia di Tim Hetherington, fotogiornalista, laureato in letteratura a Oxford, prima di scoprire, nel 1996, che la sua passione era il fotogiornalismo. Durante la guerra civile in Liberia del 2003, Hetherington ed il suo collega James Brabazon sono stati gli unici giornalisti stranieri a vivere dietro le linee ribelli, tanto che l'allora presidente Charles Taylor emise un ordine di esecuzione nei loro confronti. Gli scatti di quella guerra sono stati raccolti in due libri, An Uncivil War (2004) e The Devil Came on Horseback(2007). Un conflitto che coinvolge Hetherington al punto che nel 2006, lasciata a riposo la macchina fotografica, lavora per il Security Council's Liberia Sanctions Committee dell’Onu.

* l'Unità


Letto 3829 volte
Dalla rete di Articolo 21