di Federico Orlando
Dopo la giornata elettorale di lunedì, che ha premiato il Pd e il centrosinistra quasi dappertutto, e ha punito l'arroganza e la tracotanza di questa destra berlusconizzata (anche le camorre hanno un limite), oggi ricomincia la malinconia dell'arroganza e della tracotanza. Mi riferisco alla legge sul testamento biologico, che ora si chiama “ direttive anticipate” sui trattamenti di fine vita”, che il calendario della Camera ha previsto a partire da domani, tra il primo e il secondo turno delle amministrative. Così, invece di calmare il paese, lo si arroventa, coi ben noti risultati di cui domenica e lunedì ha fatto esperienza la destra, soprattutto a Milano. E' sperabile che tale esperienza serva da lezione a tutti, inducendo tutti a collaborare per una soluzione civile e condivisa della legge?
Credo che siamo in molti ad augurarcelo. Si tratta di rimuovere le cento mine di cui è stato cosparso il cammino di questa legge: il furore teologico dei senatori Pdl dopo la morte di Eluana Englaro, la riaffermazione dei “valori inderogabili” da parte di gerarchie non sempre altrettanto intransigenti nello spazzare l'immondizia di casa loro (tutti noi laici siamo rimasti favorevolmente colpiti dalla fulmineità con cui il cardinale Bagnasco ha preso provvedimenti verso un suo parroco sodomita, e gliene siamo grati); la demenziale legge Calabrò, che forse neanche l'on. Scilipoti avrebbe osato firmare; la pudica dimenticanza di quella legge, per due anni dopo l'approvazione in Senato, nei cassetti della Camera; il suo richiamo in servizio alla commissione sanità, affidandone il testo alle cure riparatrici del relatore Di Virgilio (medico, prima che vice presidente del Pdl); le contestazioni della cura Di Virgilio da parte dei fanatici imam del suo gruppo; l'ottuso rifiuto di ogni richiamo alla Costituzione, che renderà quella legge impraticabile (la Corte costituzionale non potrà non affermarlo); infine la ripresa dell'iter in aula. Coi disperati sms dei radicali, che da domattina terranno un presidio davanti a Montecitorio coi microfoni aperti (e penso con qualche fischietto, da dedicare a chi lo merita). Mi auguro che la lezione elettorale di domenica e lunedì abbia dimostrato ai cinici del baratto legge-voti che anche i baratti non sempre pagano. Qualcuno ha osservato che nelle considerazioni trasmesse ai suoi associati dalla Compagnia delle Opere di Cl, non si faceva accenno a scelte di campo elettorali. Forse la Compagnia si rendeva conto che gli interlocutori istituzionali possono cambiare, e il risultato finale di Milano potrebbe confermare questo cambiamento. E' dunque necessario che tutti i gruppi - a cominciare da quelli del Terzo polo , che non possono stare con animule fragili ex Msi o coi fanatici teocon, e soprattutto i deputati di Pdl e Lega, fra i quali ci sarà ancora chi non si fa intruppare - imitino Pd e Idv. I due partiti hanno dichiarato la loro laicità anche nelle questioni del fine vita, ma hanno lasciato libertà di coscienza a chi invece pensa che principi di fede possano prevalere sulla fedeltà alla Costituzione. Come ha scritto Stefano Rodotà, interpretando anche Veronesi, Marino e tanti altri che sanno di cosa parlano e non alzano barricate, questa legge non deve servire ad alimentare guerre ideologiche, o a regolamentare principi bioetici, ma ad accertare se, al momento di scrivere le sue volontà, la persona era capace; e a garantirgli il diritto costituzionale di non subire contro volontà alcuna cura medica, quale sia il nome con cui la si voglia spacciare. Una legge minima, insomma, che non dia al cittadino la sensazione odiosa di un obbligo e non costruisca un nuovo corpo di polizia carceraria, composto da medici e comitati etici che tengano ristretto il malato-detenuto nel carcere della vita che si spegne. Sarebbe segno di grande civiltà se tutti i deputati si guardassero dalla luciferina presunzione e dal sadismo di decidere per gli altri come debbono morire. Ma si sforzassero di individuare d'accordo le regole migliori per salvare i principi – sia quelli democratici che quelli etici – e il rapporto medico paziente, che non si trasformi in quello aguzzino-prigioniero. Ci provino, dopo aver preso atto che l'arroganza non premia a lungo.
Ddl Calabrò. Oggi ore 15.30 sit-in organizzato da Fp-Cgil e Cgil / Biotestamento: Associazione Coscioni il 18 di nuovo in piazza dalle 9.30. Microfoni aperti ai cittadini