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Dalla prima lettera ai milanesi
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di Kalimero

Dalla prima lettera ai milanesi

Fratelli, non abbiate paura !
Chiunque abbia una partita IVA in Italia prima o poi arriva in visita a Milano e queste saltuarie visite permettono di tastare il polso del vostro stato d’animo, della vostra grinta, del vostro entusiasmo. Ultimamente questi indici si sono visti scendere a livelli bassissimi e questo dispiace perché noi del sud eravamo abituati a vedervi rampanti, aggressivi, pieni di vita e di vitalità imprenditoriale.
Forse anche voi avete subito la sindrome da “pacco”, quella che prende tutti coloro che tornano a casa convinti di aver fatto un affare comprando il telefonino da occasione e nella confezione ci trovano mezzo mattone.
E’ vero, si può essere tristi quando è stato promesso un milione di posti di lavoro e ci si ritrova, dopo tanti sacrifici fatti per togliere finalmente l’ipoteca sulla casa, a metterne un’altra per mandare a studiare i figli all’estero; tanto qui, senza raccomandazione …
E’ vero, si può essere tristi quando è stata promessa la riduzione delle tasse e ci si trova non solo con le tasse aumentate, ma anche con la casa ipotecata da Equitalia, la macchina col fermo amministrativo e cartelle di pagamento una dopo l’altra da far dubitare che valga ancora la pena di lavorare..
E’ vero, si può essere tristi quando paghi le tasse per la sanità e poi, tra un’analisi in convezione e una da libero mercato, la differenza è di 5 euro, ma i tempi d’attesa sono incomparabili.
E’ vero, si può essere tristi quando è stato promesso il tappo all’immigrazione e nel giro di due anni è saltato il tappo, abbiamo regalato le navi a Gheddafi che la NATO ha affondato e stiamo pagando i costi di una guerra contro il “tappo” che rilascia clandestini a tutto andare.
E che dire dell’invasione mediatica dentro le nostre case, delle paure che ci vogliono instillare come fossimo gonzi ai quali si può vendere l’inutile di tutto, come il ghiaccio agli esquimesi o i frigoriferi ai lapponi!
Gli stessi toni della campagna elettorale per il ballottaggio vi trattano da imbecilli quando vi dicono che Al Qaeda tifa per Pisapia, come se i fanatici islamici non avesse altro a cui pensare, dopo l’ammazzamento di Bin Laden.
Milanesi, non abbiate paura!
Anche perché, peggio di così, non potreste stare.
Già nella campagna elettorale del 2008 Berlusconi parlava di Milano come di un pezzo dell’Africa. Ora è peggio. Ma solo perché non è stata adottata nessuna politica di accoglienza e integrazione.
Anzi, dovete ringraziare Iddio di aver immigrati africani che sono mentalmente e costituzionalmente pacifici perché, trattati come sono stati, quando tanti di loro avevano diritto all’asilo e tanti avevano anche i relativi documenti, è del tutto miracolosa la loro pazienza.
Su questo aspetto, rassegnatevi ad essere una metropoli multietnica come Parigi, Londra o Berlino. Anzi, prendete atto che la multietnicità è la ricchezza delle grandi metropoli europee e adeguatevi. Utilizzate le tante caserme che esistevano per i giovani di leva per concentrarvi l’accoglienza. Erano strutture già create per i dormitori, le cucine, le mense, le infermerie, le sale cinema da utilizzare ora per corsi di lingua e per la formazione ai mestieri. Forti di questi strumenti di integrazione, gli immigrati sapranno integrarsi senza più essere messi ai margini della società, costretti dal caporalato malavitoso a vivere contro le loro coscienze pur di mandare i soldi a casa e sopravvivere qui.
Quanto alle tasse, ricordatevi che quando c’era Prodi si discuteva di come spendere il tesoretto che in quattro e quattr’otto era stato messo in piedi da Padoa Schioppa. Dice: ma poi è venuta la crisi! Già, ma la crisi è venuta per tutti e tutti gli altri l’hanno superata. La Germania è tornata a volare al 4,9% del PIL mentre l’Italia è ferma e la speculazione sta per saltarci addosso. Dicono che è stato bravo Tremonti, ma la nostra mamma lo manderebbe per ortiche. Il deficit va dal 106 del 2008 al 120% del 2011; le tasse sono aumentate e, anziché perseguire l’evasione, hanno imposto  l’ipoteca fiscale a chi le tasse le aveva dichiarate.
La sanità degli istituti d’eccellenza va per aeroplani che non planano e quanto ai posti di lavoro promessi stendiamo un velo pietoso.
Davanti a questo sfacelo si dovrebbe aver paura del peggio?
E quale sarebbe il peggio?
Un maturo avvocato garantista che tanto dialoga con il diverso da scrivere un libro sulla giustizia con un magistrato che non può certo essere definito una toga rossa?
Un avvocato con il prestigio ed il passato di Pisapia è una garanzia di ascolto e di confronto perché nessun difensore può sopravvivere nel Foro se non impara a mettersi nei panni dell’altro, quanto meno per comprendere le possibili mosse e le strategie dell’avversario. Un uomo, quindi, Pisapia, formatosi all’ascolto dell’altro. Tutto il contrario di chi aggredisce l’altro nella convinzione, tutta talebana, di essere il portatore della verità salvifica. E si è visto sopra quanto salvifica sia stata questa Verità.
Milanesi, per due volte in meno un secolo avete cercato il demiurgo e ve lo siete coccolato per un ventennio fino a quando quello che credevate l’unto del Signore vi ha portato a fondo.
Prendete in mano i vostri destini e i destini di tutti noi e portateci fuori dalle sabbie mobili di una destra che ha perso ogni contatto con il centro, tetragona ad ogni apertura al mondo esterno, emarginata dall’Europa - che si è divertita ad affondare tante trovate di questo governo - e dalla Chiesa che sta esecrando i comportamenti di un vecchio sporcaccione e l’opportunismo di chi lo sostiene senza condannarlo apertamente discreditandoci dinanzi a tutto il mondo.
Milanesi, fratelli ! Voi oggi avete in mano la golden share del nostro futuro. Lo sanno tutti nel Palazzo che se sceglierete Pisapia le cose nazionali non saranno più come prima.
E, allora, scegliete Pisapia.
Tanto che vi costa?
Il peggio?
Ma quale peggio?
Peggio di così?

LUIGI DE MAGISTRIS: "Ho fiducia nei napoletani e credo nella riscossa di questa città e del Mezzogiorno" - di Stefano Corradino


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