di Bruna Iacopino
31 anni passati a inseguire una verità scomoda e pesante, tanti sono gli anni che pesano addosso ai famigliari delle vittime della strage di Ustica: 81 vite spezzate in volo sulla tratta Bologna-Palermo. 31 anni che gridano verità, mentre altri inquietanti particolari vengono riportati alla luce e messi a conoscenza dell'opinione pubblica. Lo fa per esempio il giornalista Andrea Purgatori, mostrando per la prima volta durante una trasmissione televisiva Rai, Agorà di Andrea Vianello, un documento della Nato, citato nel dispositivo di sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore, che testimonia la presenza nei cieli di Ustica di 21 aerei militari e di una portaerei. Se per la maggior parte è certo si trattasse di velivoli americani e britannici, per 5 di essi invece l'identificazione risulta ad oggi impossibile. Uno scenario di guerra, che andrebbe a smentire in maniera definitiva chi ancora strenuamente difende la tesi della bomba esplosa a bordo. Giovanardi docet.
La polemica, lo ricordiamo, si era infiammata lo scorso anno vedendo in un faccia a faccia senza esclusione di colpi: da una parte il Ministro Giovanardi appunto, dall'altra, il giudice Priore in un primo momento, e subito dopo i giornalisti Purgatori e Fasanella.
“Sappiamo ormai con certezza- aveva sostenuto il ministro nel corso della trasmissione Radio anch'io su Radio1- che non c'erano aerei in prossimita' del Dc9 e che le tracce accertate sui resti dell'aereo, come tutti possono vedere a Bologna, sono quelle di una bomba. C'e' da chiedersi perche' all'epoca non si indago' su questa ipotesi”.
Dichiarazione che aveva suscitato la reazione immediata di Priore che intervenendo telefonicamente aveva controbattuto: “... si sollevano questioni e dubbi a cui piu' volte si e' risposto” e ancora: “'erano ben diversi i giudizi dei pm di secondo e terzo grado. Dobbiamo dirlo una volta per tutte: la verita' giudiziaria in Italia spesso e' ben diversa da quella storica”.
Ponendo anche l'accento sul problema politico che si stava aprendo viste le rogatorie internazionali appena spiccate dalla Procura di Roma in quei giorni e rivolte a Stati Uniti, Francia, Belgio e Germania per chiedere notizie, appunto, sul traffico aereo militare nello spazio al largo di Ustica, la sera del 27 giugno 1980.
Ovvero: il Governo avrebbe sostenuto le rogatorie oppure no?
A un anno di distanza sappiamo con certezza che nessuna risposta è ancora arrivata, né tanto meno c'è stato un impegno attivo da parte del Governo, se nel maggio di quest'anno la presidente dell'associazione famigliari delle vittime, Daria Bonfietti, si è dovuta nuovamente rivolgere al Ministro Alfano per sollecitare un “incisivo intervento diplomatico”.
Bologna, intanto, come ogni anno si prepara a commemorare quella strage e lo fa attraverso il linguaggio dell'arte, della musica, della poesia, del teatro con un programma fitto di eventi, dal 27 giugno al 10 di agosto nella suggestiva location del Museo e del Giardino della memoria.
“Continuiamo a parlare – ha dichiarato Daria Bonfietti – con il linguaggio dell’arte che richiama memoria, stretti dalla vicinanza di tanti”.
Sperando che prima o poi giustizia sia fatta...
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