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Fine vita: il partito della sofferenza e dell’ipocrisia vota la legge vergogna
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di Valter Vecellio

Fine vita: il partito della sofferenza e dell’ipocrisia vota la legge vergogna

Articolo 1: la vita umana è indisponibile, e non siamo titolari del diritto di decidere se e quando questa è degna di questo nome, degna di essere vissuta. Articolo 2: il consenso informato, è tale solo di nome; in realtà la nostra volontà non conta un fico secco, anche quando in modo dettagliato e preciso, in scienza e coscienza, si dettano precise condizioni in cui, nel caso di nostro stato di incoscienza, si desidera restare in vita e quando invece si desidera essere “lasciati andare”. Articolo 3: alimentazione e idratazione non fanno oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento, devono essere mantenute fino ad termine della vita; si prevede l’eccezione del caso «in cui le medesime non risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo». In breve: se un giorno ci si dovesse un giorno, per malaugurata sorte, nella situazione di Eluana Englaro, nonostante si sia dichiarato (e lasciato chiare disposizioni in materia), che mai e poi mai si vorrebbe patire il calvario che lei ha patito, bene: le disposizioni che abbiamo lasciato, fosse anche una dichiarazione giurata davanti a un notaio, non hanno alcun valore, della nostra volontà non si terrà alcun conto (a meno che, al solito, come del resto avviene oggi e da sempre, il tutto avvenga nella clandestinità, profittando di una mano pietosa di medico o infermiere).
   Questi sono i capisaldi della legge vergogna che Montecitorio “licenzia” e passa al Senato per il voto definitivo: legge con tanti padri e madri: dalla sottosegretaria Eugenia Roccella al ministro Maurizio Sacconi; da Paola Binetti a Domenico Di Virgilio, da Gaetano Quagliariello a Luca Volonté, per dirne di alcuni. In comune la foga di apparire ed essere più affidabili del richiesto agli occhi delle gerarchie vaticane, più clericali degli stessi clericali. In questi mesi di dibattito si sono abbandonati ad affermazioni di cui varrà la pena – pena letterale – di farne raccolta, perché non vada smarrito il livello a cui sono giunti e precipitati: ci hanno messo in guardia dalle “trappole del relativismo etico”; si sono inventati un “lento suicidio demografico”, e hanno respinto bollandole come “frutto di fondamentalismo laicista”, qualsiasi obiezione a un testo di legge che non ha pari con le altre legislazioni europee e occidentali in materia, e che verrà – non può che essere così – dichiarato incostituzionale e smantellato dalla Corte Costituzionale come è già avvenuto per l’altra legge “gemella”, la 40 sulla cosiddetta procreazione assistita. Perché non solo sono violenti e intolleranti, privi di sentimenti di misericordia e sanno raggiungere livelli inauditi di malvagità; sono, anche, letteralmente ignoranti, e non sanno neppure fare – si potrebbero fare innumerevoli esempi – leggi che reggano al vaglio della Corte Costituzionale.
   Questi sedicenti difensori a parole della vita, votando a favore di questa legge ignobile e vergognosa, votano contro il volere del paese, della stessa comunità dei credenti che – come certificano tutti i sondaggi demoscopici – è in sintonia con le proposte radicali, laiche e liberali. Con questo voto, una maggioranza parlamentare che non ha più corrispondenza nel paese, tenta di accreditarsi presso le gerarchie vaticane che già da tempo mostrano di guardare altrove; il partito dell’ipocrisia e della non-misericordia, oggi porta a casa una apparente vittoria. Ma è già stato sconfitto, isolato nel paese. Contro tutti noi, il partito dell’accanimento terapeutico, del dolore e della sofferenza inutile e fine a se stessa, vuole imporre una legge barbara e oscurantista, da Stato etico. Lo può fare anche perché si è avuto cura di assicurare un deserto informativo. Tutto ciò avviene senza che sia stato assicurato un solo momento di dibattito e di confronto: non uno spazio informativo, non una trasmissione dove i sostenitori e gli avversari della legge abbiano potuto far conoscere e apprezzare le loro ragioni. Una vergogna che si aggiunge alla generale vergogna. Ma nonostante la loro arroganza e prepotenza (che maschera sostanziale paura e impotenza) verranno travolti dai loro stessi livori, e si affermeranno, contro l’arroganza e l’oscurantismo, quelle riforme laiche e liberali di cui il paese ha bisogno e che chiede a gran voce: quelle riforme per cui hanno lottato Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, i tanti malati e le loro famiglie lasciate in avvilente solitudine e abbandono, e per i quali i sedicenti difensori della vita non hanno mai sprecato un gesto, una sola parola. C’è una sola definizione per la legge che stanno approvando e ci vogliono imporre: una schifezza.

L'intervento di Giuseppe Giulietti alla Camera


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