Articolo 21 - INTERNI
Michai, morte a Venezia con tanti distratti
di Onofrio Dispenza
Dalle mie parti si dice che ci vuole fortuna a scegliere il giorno ( o i giorni ) per morire. Se sbagli, ti ritrovi con quattro gatti attorno e tanta distrazione. Michai Sadaruschi non l'ha scelto, e non avrebbe voluto scegliere alcun giorno per morire. Anche perché Michai aveva moglie e due figli piccoli. E alle spalle una vita e scelte difficili. E'morto nei giorni sbagliati, con tutti i riflettori sulla politica, come se non fosse Politica la morte di un lavoratore. Era rumeno Michai e per lui lavorare a Porto Marghera, seppure per una ditta della rete dei subappalti, era stato un traguardo. Poi, alle 10 di un caldissimo mercoledì Michai è morto sul lavoro, travolto da un tubo pesante un quintale. Niente da fare per chi l'ha soccorso. Si torna a morire sul lavoro, anzi non si è mai interrotta la catena di morti sul lavoro. Qualche dato incoraggiante aveva parlato di un calo del “fenomeno" e subito ( un po’ troppo presto ) l'interesse e l'attenzione, anche dei media in passato più attenti, si sono interrotti. E così la morte di Michai ieri non ha fatto notizia come volevamo ( e vogliamo, penso ). Come voleva e continua a volere, sopra ogni altro, il nostro Presidente della Repubblica. Chissà - mi si scusi il sospetto - se in questa distrazione, per Michai non pesi quel cammino lungo e difficile alle spalle, dalla Romania in Italia.
A giornali e Tg distratti ( ne ho visto un paio che hanno ignorato la morte di Michai, e per la rabbia non ho voluto fare un censimento dettagliato ) un invito: almeno, vadano a casa della vedova e degli orfani e si facciano dire come faranno a campare ora che Michai non c'è più. E ad Articolo21 l'invito a non mollare, a riprendere una campagna e un impegno che devono essere sempre prioritari. Prima pagina sempre a chi perde la vita sul lavoro. Vantaggio al loro sacrificio rispetto ai protagonisti delle risse da cortile che riempiono le nostre"giornate politiche". E le prime pagine.
P.S. Sempre ieri un altro lavoratore è morto in un cantiere edile, nel Lazio. Come Michai, rumeno.
A giornali e Tg distratti ( ne ho visto un paio che hanno ignorato la morte di Michai, e per la rabbia non ho voluto fare un censimento dettagliato ) un invito: almeno, vadano a casa della vedova e degli orfani e si facciano dire come faranno a campare ora che Michai non c'è più. E ad Articolo21 l'invito a non mollare, a riprendere una campagna e un impegno che devono essere sempre prioritari. Prima pagina sempre a chi perde la vita sul lavoro. Vantaggio al loro sacrificio rispetto ai protagonisti delle risse da cortile che riempiono le nostre"giornate politiche". E le prime pagine.
P.S. Sempre ieri un altro lavoratore è morto in un cantiere edile, nel Lazio. Come Michai, rumeno.
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