Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - INTERNI
Da Napoli la proposta: "appartamenti confiscati alle giovani coppie"
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Pietro Nardiello

Da Napoli la proposta: "appartamenti confiscati alle giovani coppie" Abbiamo incontrato Domenico Lopresto, segretario nazionale dell’Unione Inqulini e responsabile della sede napoletana. Nel mese di aprile è stato vittima di un’aggressione di stampo camorristico per aver denunciato che a Napoli, e nella zona nord, la camorra si è inserita nella gestione delle case popolari. Adesso, invece, si rivolge alle istituzioni formulando una proposta molto interessante.


Dopo l’aggressione dello scorso anno è cambiato qualcosa per l’Unione Inquilini a Napoli?


Dopo l’aggressione che ho subito sono cambiate tante cose per la nostra attività nella città di Napoli. Pensare che è possibile denunciare la presenza dei clan dentro le case popolari di proprietà del Comune di Napoli o in gestione agli IACP senza che potesse succedere niente era da pazzi e infatti il prezzo lo abbiamo pagato perché l’Unione Inquilini ha denunciato la presenza dei clan nelle case popolari della Masseria Cardone, del rione De Gasperi, in Via Comunale Limitone d’Arzano, nel Rione dei Fiori, in Corso Europa 383 Melito, in Viale della Resistenza al lotto P, in Via Antonio Labriola lotto H e via dicendo.

Qual è la situazione abitativa a Napoli?


A Napoli c’è una fortissima emergenza abitativa dovuta a migliaia di sfratti pendenti o in fase esecutiva per morosità incolpevole ( la gente non ce la fa più a pagare un fitto che supera i 700 euro al mese) o per uso proprio o finita locazione. Ci sono pendenti presso il Servizio Assegnazione Immobili del Comune di Napoli graduatorie definitive per sfrattati, con migliaia di nuclei familiari aventi diritto in attesa di un alloggio di edilizia residenziale pubblica da decenni a cui si aggiungono gli scantinatisti, le giovani coppie, i coabitanti, chi vive negli alberghi a seguito di procedura di sgombero per pericoli per l’incolumità pubblica. Un bisogno casa che potremmo definire intorno alle 8 o 9 mila alloggi da trovare sul mercato privato o riconvertendo strutture pubbliche che si trovano in uno stato di abbandono o cacciando i clan e i loro parenti dalle case popolari o procedendo in maniera rapida e veloce alla confisca e acquisizione al patrimonio pubblico delle case e ville sequestrate ai clan camorristici.

Eppure nonostante tutto in città e in provincia l’attività immobiliare non si ferma. Si costruisce un po’ ovunque.


Costruiscono i camorristi, gli speculatori e i parassiti: costruisce chi ha denaro ed è disponibile a violare le leggi in termini di tutela del paesaggio e di negazione di altre cementificazioni: Chiaiano e Pianura  sono esempi di come si possa violare la legge senza che succeda niente ma in provincia di Napoli e penso a Melito, a Volla e Cercola sono sorte altre città e i cittadini originari di questi paesi sono diventati minoranze essendo stati superati per densità abitativa da chi proviene dal capoluogo. La criminalità investe nel mercato immobiliare da sempre e da li non solo ricicla denaro sporco ma riesce ad estrarre profitti notevoli. Basterebbe analizzare con attenzione cosa è successo a Melito di Napoli per capire il fiume di denaro che i clan di Secondigliano hanno investito nel mattone e i profitti accumulati che sono enormi.

Da sempre denunciate una presa di possesso da parte della criminalità di questo mercato, con quali risultati?

Da tempo riflettiamo sul potere del denaro e la bellezza della libertà. I nostri territori sono luoghi dove la ricchezza viene accumulata nella sua fase originaria e primitiva, frutto della vendita di droga, di attività immobiliare, di rifiuti pericolosi, di vendita di oro e di oggetti e manufatti falsi. Poi il denaro accumulato prende altre strade, fa scalate nei santuari dell’alta finanza, viene investito in borsa, vengono acquistati titoli azionari, titoli di stato. Vengono rilevate attività produttive e sorgono dal nulla centinaia di finanziarie. Il denaro parte dai nostri quartieri, fa tutto il giro descritto e non ritorna  sotto forma di ricchezza da redistribuire sui nostri territori. I padroni armati investono altrove, prendono e non danno nulla al territorio. Le manifestazioni, le assemblee, le iniziative nei territori servono a convincere le tante signore Maria e Antonietta che questi sono padroni armati e non poveri figli di mamma, che loro posseggono ricchezze enormi e i loro figli si fanno anni e anni di galera per 500 euro la settimana. Che non c’è proporzione tra la ricchezza accumulata da questi padroni e la miseria in cui si trovano le sentinelle o chi custodisce droga e armi oppure  ospita latitanti. Questo è il lavoro che pensiamo sia utile fare tra la nostra gente sperando che un giorno i fucili dei soldati potranno essere puntati  contro i loro generali. Perché è chiaro che nessuna fiducia può essere accordata a chi fa patti con la camorra o con facilità si fa corrompere.


Cosa fare dunque?

Ecco, noi dobbiamo convincere le donne vestite di nero che il gioco non vale la candela, che i loro figli muoiono o passano anni e anni in galera e il padrone armato si arricchisce. Ce la possiamo fare ma qualche proiettile vacante ci può anche colpire perché noi in questi territori facciamo attività e mi creda quando questi signori vengono in sede a chiedere un servizio è duro cacciarli fuori.

In questo periodo di crisi, quindi, i beni confiscati potrebbero secondo voi essere un’ottima risposta alle esigenze abitative anche delle giovani coppie.

I soldi e le case, le ville e i magazzini sequestrati possono essere utilizzati immediatamente per fronteggiare l’emergenza abitativa ma anche sociale: perché non destinare una parte di quei soldi per le ragazze madri  o le vedove o le famiglie affidatarie di minori a rischio che non hanno reddito?
Prendo ai delinquenti e do alla povera gente. Utilizzo una parte di quei fondi per acquistare sul mercato immobiliare una serie di alloggi che mi servono per fronteggiare la fase acuta dell’emergenza abitativa e destino un’altra parte di denaro alle emergenze sociali. Sarebbe un bel pugno nello stomaco dei boss: ti metto le mani in tasca, io pubblica amministrazione, ti privo  delle ricchezze illecitamente possedute e le destino alla povera gente.

Come risponde il Comune di Napoli alle vostre sollecitazioni e proposte?
Il  Sindaco è entusiasta di queste proposte e le fa anche sue adesso, però, deve dar luogo ai fatti.
                                              

Letto 3494 volte
Dalla rete di Articolo 21