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Presentato a Roma il Festival dell'impegno civile
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di redazione

Presentato a Roma il Festival dell'impegno civile "Oltre i confini: dalle terre di camorra alle terre di don Peppe Diana" è il titolo del Festival dell'Impegno Civile, l'unica rassegna  interamente realizzata nei beni confiscati alla camorra, promosso dal Comitato don Peppe Diana e l'associazione Libera, coordinamento di Caserta presentato questa mattina in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati e che sta interessando le province di Napoli e Caserta fino al 30 luglio 2011. Un'iniziativa non solo culturale, ma anche sociale che giunge quest'anno alla IV edizione. In apertura della conferenza stampa gli organizzatori hanno denunciato un sabotaggio, avvenuto la scorsa notte, ai sistemi di irrigazione del pescheto realizzato nel Terreno Difesa Casale di Casal di Principe a danno del laboratorio di agricoltura sociale Di Bona da parte di ignoti. Un atto che evidenzia le difficoltà nell'operare e l'impegno incessante nel combattere la malavita organizzata di tanti abitanti del luogo. Alessandra Clemente, del Coordinamento dei familiari vittime della camorra in Campania, ha ricordato che sono 150 le famiglie della zona che hanno subito un lutto per mano della malavita organizzata.
Incontri, dibattiti, concerti, presentazioni di libri, mostre, spettacoli teatrali, degustazioni di prodotti realizzati sui terreni confiscati alle mafie rappresenteranno la colonna vertebrale di una rassegna che vuole illuminare l'impegno di comunità educative, solidali e sane che operano in territori  laboriosi di rinnovata identità dal passato opulento e dal futuro incerto che però va programmato e costruito. Dopo Casalnuovo, Baia Verde e Castel Volturno da domani appuntamenti a Villa La Gloriette a Napoli, al Castello Mediceo di Ottaviano, Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Sessa Aurunca  tappe di un percorso dove interverranno parenti delle vittime innocenti di camorra, attori, musicisti,artisti, cantanti, mediatori culturali, uomini e donne in rappresentanza dell'economia etica e sociale, rappresentanti della politica, giornalisti, docenti, magistrati, scrittori, sacerdoti e produttori. "Promuovere le Terre di don Peppe Diana significa  sostenere il suo popolo nell'impegno faticoso del cambiamento possibile" hanno evidenziato gli organizzatori. "Vuol dire unire le sinergie positive per lavorare al riscatto culturale, sociale ed economico di un territorio che non vuole essere terra di camorra; favorendo e valorizzando le capacità, i talenti e le sensibilità in loco e collegandole stabilmente con le forze sane nazionali ed internazionali". Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, ha ricordato una frase di Don Beppe Diana "La camorra ha assassinato il nostro Paese, noi lo si deve far risorgere, bisogna salire sui tetti per annunciare parole di vita!" Un appello ai media affinché sia data voce ai drammi collettivi come quelli di mafia e camorra.

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