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Perché non dobbiamo rassegnarci a vivere in un Paese che ha paura dell’amore
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di Paola Concia

Perché non dobbiamo rassegnarci a vivere in un Paese che ha paura dell’amore

In questi giorni i media tedeschi hanno trattato con grande attenzione e stupore la vicenda che ha visto la Rai censurare la serie “Un ciclone in convento”, non trasmettendo la puntata in cui viene celebrato un matrimonio fra due uomini. La serie di cui stiamo parlando viene trasmessa regolarmente e con grande successo dalla rete pubblica tedesca Das Erste, senza nessun clamore,ed è destinata a un pubblico di famiglie.

I tedeschi non hanno dunque ben compreso le ragioni di quella che appare una vera e propria censura politica da parte del servizio pubblico televisivo italiano. La Rai, infatti, operando questa scelta incomprensibile ha deciso di nascondere la realtà ai propri telespettatori, riportando il paese indietro di 50 anni.
Tra l’altro non è la prima volta che la televisione pubblica censura film che trattano il tema dell’omosessualità. Ricordiamo tutti la scelta di Rai due di tagliare le scene d’amore fra due uomini della pellicola Premio Oscar “Brokeback Mountain”.
Anche se è pur vero che sono ormai parecchi anni che diverse serie televisive italiane raccontano storie che hanno per protagonisti personaggi gay. Forse ciò che ha spaventato questa volta era il fatto che venisse mostrato il matrimonio fra due persone dello stesso sesso, che in alcuni ambienti politici e culturali italiani è considerato ancora un tabù.

La verità è che in Germania, paese nel quale mi sono io stessa sposata, i matrimoni gay non scandalizzano più nessuno.
L’Italia invece è l’unico tra i paesi fondatori dell’Unione Europea a non avere una normativa che tutela le coppie omosessuali.

Per questo motivo insieme al collega Giuseppe Giulietti abbiamo presentato un’interrogazione urgente alla Commissione di Vigilanza Rai, per chiedere la messa in onda integrale della puntata censurata.
Perché non dobbiamo rassegnarci a vivere in un Paese che ha paura dell’amore.


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