di Nello Trocchia
C’è l’Italia vera che lotta sui tetti per un posto di lavoro e c’è l’Italia degli onorevoli Trombetta che onorano latitanti, elevano mafiosi ad eroi e camminano al ritmo del ‘lei non sa chi sono io’. Sui tetti c’è il mondo del lavoro, dimenticato. A Roma, in via Casalotti, c’è anche un pezzo del futuro di questo paese: la ricerca e lo sviluppo. Tra oggi e nei prossimi giorni scadranno i contratti di circa 230 ricercatori dell’Ispra, l’ente di ricerca pubblica ambientale. A giugno già in 250 erano andati a casa. Qualche giorno fa della lora battaglia si è occupato anche il Financial Times, l’autorevole quotidiano economico. Il giornale scriveva:
“ L’Italia è il paese fanalino di coda per investimenti in ricerca e sviluppo”. In tempo di crisi l’unica cosa che non si taglia sono i fondi alla ricerca, nel nostro paese si tagliano direttamente i ricercatori. Avanguardia italica. “ Ci sono colleghi che hanno una famiglia e rischiano di tornare a casa – racconta Michela Mannozzi, ricercatrice Ispra – ma pensiamo anche a chi vorrebbe immaginare un futuro e semmai costruirsi una famiglia”. La classe dirigente di questo paese si acciuffa nei talk intorno a vacui concetti di famiglia, organizza anche manifestazioni per difenderla, poi dimentica chi ne ha una o semplicemente sogna di progettare il futuro. La ministra dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, qualche giorno fa, ha inviato un comunicato. Sui tetti Prestigiacomo non si è vista, troppo impegnata tra panettoni, ponte sullo stretto e nucleare all’italiana.
Nella prima parte del comunicato si legge: “La situazione dei ricercatori precari è stata affrontata in questi mesi con il massimo impegno e il massimo senso di responsabilità riuscendo a individuare soluzioni positive per la stragrande maggioranza delle posizioni”. Alla ministra risponde Claudio Argentini, segreteria nazionale Rdb ricerca, “ Non sappiamo a quali posizioni si riferisca Prestigiacomo visto che a giugno sono stati già tagliati 250 ricercatori”. Più avanti nel comunicato la ministra invita i lavoratori a sospendere la protesta.
“ Non scenderemo fino a quando - prosegue Mannozzi - non ci sarà data garanzia, non solo del rinnovo dei contratti, ma anche di un piano prospettico che riesca a stabilizzare la nostra situazione”. Dulcis in fundo, Prestigiacomo rivolge un appello al governo: “L’altro appello lo rivolgo al governo affinché , nell’ambito degli ultimi provvedimenti, sia trovato il modo per non disperdere il grande patrimonio di professionalità di questi ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate”. La ministra che rivolge l’appello al governo di cui fa parte, sdoppiamento della personalità. Ma oltre al danno c’è la beffa. “ In realtà i soldi per rinnovare i contratti – denuncia Roberto Della Seta, senatore Pd – ci sono, ma forse il governo, chiudendo positivamente la vicenda Ispra, teme che si possano aprire nuovi fronti di lotta”.
Intanto i ricercatori aspettano risposte, l’Italia del lavoro resta sui tetti mentre l’italietta dibatte se dedicare o no una strada ad un pluricondannato, morto da latitante. Buon 2010.
Ascolta l’intervista a Michela Mannozzi
Ascolta l’intervista a Claudio Argentini
Ascolta l’intervista a Roberto Della Seta
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