di Antonio Boccuzzi
Quanto accaduto ad Arpino in provincia di Frosinone, non può e non deve essere soltanto l'ennesima tragedia di cui si parla per lo spazio di un momento che non è possibile quantificare tanto è irrilevante. Certo,il nostro Paese, così come il resto d'Europa vive oggi un grave momento, ma questo non può essere l'ennesimo alibi che oscura tragedie e drammi di vite spezzate, portate via, sacrificate al lavoro. Il lavoro, mezzo un tempo per realizzare i sogni .
Oggi il sogno è il lavoro stesso.
Mio padre arrivò a Torino con il sogno in tasca di riuscire a trovare un posto in quella che allora era ancora considerata una grande "mamma" la Fiat.
I giovani di oggi vivono costantemente con l'incubo del termine di innumerevoli e infiniti contratti e a questa esigenza ,alla conferma di quei contratti sacrificano anche la loro incolumità,la loro sicurezza.
Tutto ciò non è accettabile in un Paese che vuol mantenere un minimo di parvenza di civiltà.
Occorre che tutte le forze politiche e sociali tornino in maniera prepotente sull'argomento ,esigendo e costruendo percorsi per la corretta e piena applicazione delle leggi,che nonostante lo squallido tentativo di totale arretramento da parte di questa maggioranza,siamo riusciti a mantenere in piedi.
Cari amici e compagni di articolo 21 ,credo sia arrivato il momento di rimettere in marcia la carovana per il lavoro sicuro ,da troppo tempo ferma. La tragedia che si è consumata ieri ad Arpino richiama tutti ,ma noi non lo abbiamo dimenticato neppure per un istante ,ad un'attenzione e a sollecitazioni nuove e vigorose verso questo governo ,che reo di occuparsi solo dei guai giudiziari del premier ,esclude dalla propria agenda politica i problemi del lavoro e della sicurezza sullo stesso .
Se fosse sufficiente volersi bene ,come pensa il ministro Sacconi,per scampare a infortuni sul lavoro,vivremmo probabilmente nel migliore dei mondi possibile ,ma i racconti e le favole, lasciamoli a chi sa scriverli e raccontarle, noi abbiamo bisogno di ben altro.
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