di Carlo Soricelli*
Pubblichiamo di seguito il bollettino diramato dall'Osservatorio indipendente di Bologna sui morti sul lavoro:
Dall'inizio dell'anno ci sono stati 530 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, oltre il 15% di queste vittime monitorate lavoravano in nero o erano già in pensione. Si arriva a contare più di 900 morti (stima minima) se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro nord-sud, soprattutto edili merdionali, che lavorano in nero o in grigio e che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di kilometri nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa.
Erano 465 sui luoghi di lavoro il 18 ottobre del 2010, l'aumento è dell' 12,4% .
L’agricoltura ha già avuto 170 morti e registra il 31,8% di tutti i decessi sui luoghi di lavoro. Gli agricoltori, come tutti gli anni, muoiono per la maggioranza in tarda età, schiacciati da trattori killer spesso senza protezioni che si ribaltano. Dall'inizio dell'anno, solo sui campi, sono già 102 i morti provocati da questa autentica bara in movimento. Da soli gli agricoltori schiacciati dal trattore sono il 20% di tutti i morti sul lavoro. A questo terrificante numero di vittime occorre aggiungere chi sta accanto al guidatore. Poi ci sono i morti sulle strade, quando il mezzo si scontra con automobilisti e motociclisti. Di queste vittime la maggioranza ha oltre 65 anni. Spesso questi anziani non sono in buono stato di salute per guidare un mezzo così pericoloso in un territorio in pendenza come quello italiano. Diverse vittime hanno addirittura oltre ottanta anni. A morire nell’indifferenza generale sono i nostri padri e i nostri nonni. I morti sui luoghi di lavoro con più di 65 anni sono quasi un terzo di tutte le vittime sul lavoro e moltissimi lavorano nell'agricoltura. Per salvare molte vite, sarebbe opportuno obbligare ad intervenire sulla cabina del trattore, in modo tale da non permettere al guidatore di essere sbalzato fuori in caso di manovra errata. Sarebbe anche opportuno sottoporre gli anziani agricoltori, quando raggiungono una certa età, ad una visita medica d'idoneità alla guida, anche se si guida il mezzo in terreni di proprietà. Con queste semplici misure tantissimi familiari di agricoltori non piangerebbero più la morte di un proprio caro.
L’edilizia ha già avuto dall'inizio dell'anno 138 vittime sui luoghi di lavoro, il 26,5 % sul totale, le morti in edilizia sono dovute soprattutto a cadute dall'alto. Le vittime sono per la maggior parte edili meridionali e stranieri anche nei cantieri del centro-nord.
Oltre il 25% di tutti i morti sul lavoro ha più di 60 anni e le vittime in questa fascia d'eta sono quasi tutte concentrate in agricoltura e in edilizia. Il 28% ha meno di 40 anni, il 18% dai 40 ai 49, e il 18,3% dai 50 ai 59, del 10,7% delle vittime non siamo a conoscenza dell'età.
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono 59 con l'11,2 % sul totale. I romeni sono oltre il 40% tutti i morti sui luoghi di lavoro tra gli stranieri.
L’industria ha già avuto 63 morti con il 12,4%. A queste vittime occorre aggiungere i lavoratori esterni che non sono dipendenti ma prestatori di servizi nelle aziende.
L’autotrasporto 37 con il 7,2% .
I giovani militari morti in Afghanistan sono 9 dall'inizio dell'anno e 44 dall'inizio della missione.
La regione in testa a questa triste classifica per numero assoluto di morti è la Lombardia con 60 vittime sui luoghi di lavoro. La provincia di Brescia con 17 morti sui luoghi di lavoro risulta in questo momento prima in Italia per numero di vittime, l'anno scorso la provincia di Brescia (21 morti) è stata la prima in Italia in questo triste primato assieme a quella di Bolzano. Un andamento peggiore della provincia di Milano che ha moltissimi abitanti in più e che registra 11 morti. Occorre però ricordare che la Lombardia ha più del doppio degli abitanti di qualsiasi altra regione italiana. E questo, a nostro parere, è l'unico parametro valido per valutare correttamente l'andamento di una provincia e di una regione visto che a morire in gran numero sono agricoltori pensionati che sfuggono statisticamente "all'indice occupazionale" e alle statistiche ufficiali. In definitiva chi è pensionato e lavora in nero o è un militare e muore lavorando non è considerato un morto sul lavoro.
La Regione Emilia Romagna con 44 morti risulta purtroppo prima in questa triste classifica come numero di morti in rapporto agli abitanti (Provincia di Bologna 10). Anche L'Emilia romagna ha già superato del 9% i morti sui luoghi di lavoro dell'intero 2010 (40 morti).
La provincia di Torino, dopo un calo dalla tragedia della ThyssenKrupp ha già 17 morti, prima in Italia assieme alla provincia di Brescia, ed ha più che quintuplicato le vittime rispetto al 2010 (3 morti). Il Piemonte con 40 morti sui luoghi di lavoro ha già oltre il 30% di vittime in più dell'intero 2010 (28 morti) .
Il Veneto, con 35 morti, come l'anno scorso si sta confermando tra le grandi regioni, una di quelle con il più alto numero di morti sui luoghi di lavoro. La provincia di Padova 7 morti. Vicenza e Treviso 6, Venezia e Rovigo hanno ciascuna 5 morti.
La Sicilia 36 morti. Catania 8 morti, Ragusa 7 morti, Trapani 6, Messina 5
Dati drammatici anche per la Regione Lazio che ha avuto moltissimi morti in pochi giorni: le vittime sono diventate 37. La piccola Provincia di Frosinone, dopo la terribile tragedia che ha provocato 6 morti, ha l'incredibile numero di 11 lavoratori morti dall'inizio dell'anno sui luoghi di lavoro. La Provincia di Roma dopo un andamento molto positivo, registra un aumento dei morti sui luoghi di lavoro, sono 12 dall'inizio dell'anno contro le 20 dell’intero 2010.
Anche la Toscana, una delle regioni che ha avuto negli ultimi anni un andamento molto positivo rispetto alle altre, sta avendo quest'anno un numero consistente di vittime, già 35 contro le 29 dell'intero 2010 e in rapporto al numero di abitanti diventa una delle meno sicure per i lavoratori. La provincia con più vittime in Toscana è Arezzo con 9 morti.
La Puglia arriva a 34 dopo la terribile tragedia di Barletta. La provincia BAT (Barletta Andria e Trani) ha 8 morti come quella di Lecce.
Le province di Bolzano 14 morti. Frosinone 11 morti, Chieti 10, Savona e L'Aquila 9, Reggio Emilia e Napoli 8, Latina Arezzo Catania Foggia, Ragusa, Benevento e Bergamo 7 morti. Macerata, Cuneo e Trento 6, Bari, Alessandria e Como 5.
Segnaliamo le altre regioni che hanno eguagliato o superato il numero di morti sui luoghi di lavoro dell'intero 2010.
Val d’aosta 3 morti 2011, 3 nel 2010- Friuli Venezia Giulia 9 nel 2011 e 7 nel 2010( +23%)-Umbria 10 nel 2011, 7 2010 (+ 30%)- Marche con 14 morti ha raggiunto le stesse vittime del 2010.
Abruzzo 2010 21 morti 2011 24 (11,5%).
Molise con 3 morti ha già lo stesso numero di morti del 2010.
I morti sulle autostrade non vengono segnalati sulle cartine regionali che ogni mese l'osservatorio pubblica sul blog.
A settembre ci sono stati 60 morti sui luoghi lavoro, in agosto 51 morti, a luglio 53 morti, a giugno 57, a maggio 51 e in aprile 45. Moltissimi morti sono dovuti alle condizioni climatiche, soprattutto per le categorie che svolgono i lavori all'aperto quali l'edilizia, l'agricoltura, la manutenzione stradale, l'autotrasporto ecc... per queste categorie con un po’ di buona volontà da parte di tutti è possibile riuscire ad incidere sul fenomeno aumentando la prevenzione ed allarmando le categorie quando ci sono maggiori rischi legate alle condizioni del tempo. E’ già possibile sapere con alcuni giorni d’anticipo quando potrebbe esserci, in determinate province, un aumento delle vittime, ed è per questo che siamo a segnalarvi un blog di Meteorologia http://www.prevenzionemeteo.blogspot.com/ che, con la nostra collaborazione, fa previsioni del tempo mirate alla prevenzione dei gravi infortuni sul lavoro per i lavoratori che operano all'aperto, e che si muovono per lavoro. Questi lavoratori, spesso rischiano la vita quando vanno o tornano dal lavoro: a causa di turni pesanti in orari in cui si dovrebbe dormire. In questi casi le condizioni del tempo sono determinanti. I grafici elaborati col materiale raccolto nel corso di questi 4 anni e le condizioni meteorologiche danno una situazione abbastanza chiara e attendibile sui rischi che si corrono. Oltre le previsioni del tempo, sempre utili per tutti i lavoratori, il blog segnala quali sono le province più a rischio, situazione che si verifica in particolari condizioni atmosferiche. Nei mesi estivi tutto il Paese ha un rischio molto elevato, ma in alcune giornate i rischi sono maggiori. Molto pericolosi i giorni successivi a periodi persistenti di maltempo. I lavoratori che operano all'aperto, o che sono sulle strade nelle province evidenziate nelle giornate ad ALTO RISCHIO, debbono prestare la massima attenzione nei giorni segnalati.
*http://cadutisullavoro.blogspot.com/