di redazione
L'informazione in Italia è malata, non sono io a dirlo ma tutte le principali Istituzioni europee che hanno assegnato all'Italia la maglia nera. Questo è l'unico paese in cui il presidente del Consiglio indica le trasmissioni da chiudere e dove esiste un conflitto d'interessi che altrove viene considerato una gravissima violazione. Sicuramente la l'informazione italiana è meno libera rispetto agli altri paesi, perché il presidente del Consiglio ha l'interruttore per spegnere i tg o i programmi a lui sgraditi.
È d'accordo con la proposta di privatizzazione della Rai?
La privatizzazione a mio modo di vedere è una scorciatoia. La politica dice: siccome dobbiamo per forza di cose mettere le mani sulla Rai, per non cadere in tentazione, la affidiamo a qualcuno, magari a Berlusconi e a suo fratello. È un'idiozia.
Qual è allora la soluzione per restituire dignità al servizio pubblico?
La priorità è il conflitto d'interessi, non la privatizzazione della Rai. Si deve stabilire che nessun editore possa essere eletto e fare il governante. Questo deve valere per Berlusconi come per Murdock. Il conflitto d'interessi è il cancro della vita italiana, tutto il resto viene dopo. Bisogna poi introdurre una norma antitrust. Oggi, in Italia, Berlusconi può avere quello che gli pare. Scegliamo il modello tedesco, inglese, francese, spagnolo. Nessuno può avere più del 20-25 per cento delle risorse: questo consentirebbe a nuove tv, nuove radio e nuovi giornali di vivere. Inoltre, abrogherei immediatamente tutte le norme contro la rete e tutte le forme di legge bavaglio. Ci vuole un ecosistema di libertà per l'informazione.
Bisognerebbe poi allontanare definitivamente i partiti dalla Rai...
Per quanto riguarda la Rai e le Autorità la soluzione è certamente quella di mettere fuori da tutti i cda i partiti. Come ci si riesce? Con un solo giudice monocratico dell'Autorità, magari nominato dal presidente della Repubblica, e con il voto degli abbonati. Bisogna consentire agli abbonati di eleggere un comitato di garanti che nomini l'amministratore unico della Rai. È un'utopia che un cittadino possa votare un suo garante all'interno dell'azienda? Bene, battiamoci per questa utopia.
La Rai ha perso prima Santoro e poi la Dandini...
La Rai non li ha persi, li ha cacciati. Nelle intercettazioni di Trani il premier ordinava ai vertici aziendali e ai componenti dell'Agcom di chiudere Annozero e di cacciare via personaggi sgraditi come Santoro, Travaglio, Vauro, la Dandini, Floris, la Gabbanelli e il direttore di Rai 3, Ruffini. Dopo i referendum, Berlusconi ha detto di aver perso per colpa della televisione ed ha indicato le trasmissioni da cancellare. E la maggioranza di destra nel cda lo ha fatto. Non è una normale vicenda aziendale, ma un vero e proprio golpe mediatico. Credo che il presidente della Rai, Garimberti, e alcuni consiglieri si debbano recare dai presidenti delle Camere per valutare le dimissioni. Per questo, da Vasto, lancio un appello a tutte le forze politiche e associative che hanno a cuore la Costituzione affinché scendano in piazza quando la Camera discuterà la legge sulle intercettazioni. È un modo per sostenere anche quei programmi e quegli autori che sono stati cancellati dalla Rai.
A proposito di bavaglio, l'intero sistema radiotelevisivo sta facendo di tutto per oscurare il referendum contro l'attuale legge elettorale...
L'intero sistema della comunicazione, in particolare quello televisivo, sta tentando di mettere il silenziatore alla consultazione referendaria. Ne hanno parlato solo quelle emittenti che, guada caso, Berlusconi ha definito come i suoi nemici. Ma la cosa più grave è che l'Autorità di Garanzia non ha ancora fornito al comitato referendario i dati: l'Agcom sa perfettamente quando e dove si è parlato dei referendum. Per questo, chiediamo che i dati vengano resi pubblici. L'Autorità dica chi ha cancellato i referendum e assuma i provvedimenti conseguenti. Se non dovesse farlo o se dovesse farlo troppo tardi, dovremmo denunciarla ai principali organi costituzionali e di garanzia.