di Patrizia Moretti, Ilaria Cucchi, Domenica Ferulli, Lucia Uva
Noi non apparteniamo a partiti, noi non siamo dei politici, noi siamo persone normali, siamo madri sorelle figlie, impiegate, operaie, libere professioniste casalinghe, e abbiamo dovuto subire la tragedia di dover fare i conti con la giustizia italiana. Questa giustizia guarda solo i ricchi e i potenti. Questa giustizia ignora in modo imbarazzante i diritti delle vittime dei reati e li calpesta.
Questa giustizia processa più facilmente le vittime e i familiari delle vittime di stato piuttosto che i loro carnefici.
Siamo stanche di sentirci dire che la Legge è uguale per tutti quando non è assolutamente vero.
Siamo stanche di sentir parlare di riforma della giustizia e di processi brevi, processi lunghi, legge bavaglio, intercettazioni.
Questi sono problemi dei politici, non nostri.
Di giustizia si muore e i processi sono insostenibili tanto per le vittime del reato quanto per imputati non in possesso di risorse adeguate.
Noi chiediamo a tutte le vittime dei reati di Stato, o comunque di Potere, alle vittime della giustizia italiana, di protestare con noi perché le intercettazioni vengano salvaguardate, le leggi bavaglio cassate, e i politici si occupino dei problemi di giustizia della gente e non dei loro personali.
Le intercettazioni sono un problema dei potenti, non della gente per bene.
Non si fa giustizia nel modo riservato a me, a Ilaria Cucchi, a Domenica Ferulli, Lucia Uva e tantissimi altri che vorremmo si unissero a noi.
Vogliamo pubblici ministeri affamati di verità.
Vogliamo giudici sereni, imparziali ma anche custodi del rispetto dell’immenso dolore dei familiari delle vittime.
Insomma vogliamo i giudici e i pubblici ministeri del processo Aldrovandi anche per gli altri.
Vogliamo che i parlamentari facciano gli straordinari per approvare la legge sulla tortura visto che l’Italia è l’unico Paese che si è rifiutato di vararla nonostante l’articolo 13 della Costituzione lo imponga, e non per cancellare o nascondere le intercettazioni che mettono in imbarazzo buona parte dei loro colleghi.
Pertanto chiediamo il sostegno di tutti coloro che non hanno avuto giustizia dallo Stato o peggio sono stati uccisi.
Noi saremo davanti a Montecitorio quando inizierà la discussione di questa ennesima vergognosa legge ad personam in materia di giustizia.
"Facciano nostro questo appello importante" ha commentato il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "La legge bavaglio è un affronto, un oltraggio politico ed etico anche alle loro storie. Ci auguriamo che anche loro vogliano essere presenti con noi domani al presidio. Sarà solo il primo passo di una lunga catena di iniziative in Italia ed Europa e che si concluderà solo quando saranno stati cancellati tutti i bavaglio e tutte le censure".
ALL'INTERNO L'APPELLO ALLA GRANDE MANIFESTAZIONE UNITARIA - Il video del portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti) / Italia sull'orlo del baratro - di Antonio Boccuzzi / Il governo è comunque finito - di Federico Orlando / Il 29 settembre, tutti in piazza contro il bavaglio!