Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
L’islam in Italia tra fondamentalismo e islamofobia
di redazione
Nell’Italia di oggi, sempre più multiculturale e multireligiosa, la presenza dei musulmani è ormai una realtà consolidata e incontrovertibile. La fase di transizione, da immigrati di prima generazione a musulmani nati e cresciuti in Italia, è in avanzato stato di compimento. Il numero dei giovani con un background islamico che si affacciano sulla scena sociale nei diversi ambiti è in sensibile aumento. Ciononostante, l’Italia – Stato e società civile – non sta prestando la dovuta attenzione a questa presenza che, insieme ad altre realtà di minoranze culturali e religiose, sta trasformando sensibilmente il suo tessuto sociale.
La religione islamica – seconda nel paese per numero di aderenti – è politicamente strumentalizzata, giuridicamente tralasciata e socialmente emarginata. Oggi di islam si parla prevalentemente in termini negativi e con i musulmani ci si relaziona spesso in maniera stereotipata e ideologica. Nel contesto storico attuale, questo orientamento è determinato in gran parte dalle dinamiche geopolitiche internazionali che si sono sviluppate dopo l’11 settembre 2001. Quella data in effetti ha segnato l’inizio della nuova èra politica di diffidenza e discriminazione nei confronti del mondo islamico. Tra i bersagli di tale politica ci sono i milioni di musulmani che oggi vivono in Occidente. Le leggi anti-velo, le campagne anti-moschee, i referendum anti-minareti... sono sintomi di un orientamento politico che tende a restringere il campo dei diritti e della cittadinanza per le minoranze islamiche in Europa.
La strumentalizzazione di queste minoranze ha fatto la fortuna dei partiti di destra premiati da un elettorato disorientato e terrorizzato da una propaganda ideologica e mediatica che da anni suona senza tregua l’allarme di un’avviata invasione islamica. Ciò ha generato da un lato un diffuso sentimento di islamofobia tra i cittadini europei (e non solo) e la chiusura su se stesse di diverse realtà islamiche. Tale chiusura ha favorito lo sviluppo e la diffusione di una visione radicale e fondamentalista in alcuni ambienti islamici (minoritari) in Europa.
In Italia, negli ultimi anni la “questione islamica” è diventata politicamente scomoda. Gli spazi di incontro e di riflessione costruttivi si sono drasticamente ridotti perché è una questione che riporta sempre e inevitabilmente ai temi dei diritti, della libertà religiosa, della cittadinanza: principi sanciti dalla nostra Costituzione. E l’integrazione della realtà islamica passa inevitabilmente attraverso la messa in pratica di questi principi, ma in Italia il mondo politico fa orecchie da mercante e mantiene un profilo basso.
Questo quadro preoccupante oggi ci interroga tutti: società civile, istituzioni, mondo politico e media. Oggi più che mai è doveroso affrontare razionalmente la “questione islamica”, rilanciare la sfida del confronto e del dialogo politico e sociale per integrare – nel senso positivo del termine – le comunità islamiche, per scongiurare il rischio di consegnare alle generazioni future una società multiculturale e multiconfessionale frammentata e conflittuale.
Con questo spirito, la rivista Confronti – da anni impegnata nella sensibilizzazione sui temi della diversità culturale, della libertà religiosa e della laicità – organizza nei giorni venerdì 21 e sabato 22 ottobre un convegno intitolato: L’islam in Italia tra fondamentalismo e islamofobia. Si tratta di uno spazio di riflessione, di testimonianza e di dibattito, alternativo a quello generalmente offerto dai media dominanti, che spesso affrontano il tema in maniera riduttiva e strumentale; ma allo stesso tempo vuole essere complementare a quello che altre piccole realtà come la nostra cercano faticosamente di diffondere in nome della non-discriminazione, della libertà e della democrazia.
21/22 ottobre 2011
Presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma
La religione islamica – seconda nel paese per numero di aderenti – è politicamente strumentalizzata, giuridicamente tralasciata e socialmente emarginata. Oggi di islam si parla prevalentemente in termini negativi e con i musulmani ci si relaziona spesso in maniera stereotipata e ideologica. Nel contesto storico attuale, questo orientamento è determinato in gran parte dalle dinamiche geopolitiche internazionali che si sono sviluppate dopo l’11 settembre 2001. Quella data in effetti ha segnato l’inizio della nuova èra politica di diffidenza e discriminazione nei confronti del mondo islamico. Tra i bersagli di tale politica ci sono i milioni di musulmani che oggi vivono in Occidente. Le leggi anti-velo, le campagne anti-moschee, i referendum anti-minareti... sono sintomi di un orientamento politico che tende a restringere il campo dei diritti e della cittadinanza per le minoranze islamiche in Europa.
La strumentalizzazione di queste minoranze ha fatto la fortuna dei partiti di destra premiati da un elettorato disorientato e terrorizzato da una propaganda ideologica e mediatica che da anni suona senza tregua l’allarme di un’avviata invasione islamica. Ciò ha generato da un lato un diffuso sentimento di islamofobia tra i cittadini europei (e non solo) e la chiusura su se stesse di diverse realtà islamiche. Tale chiusura ha favorito lo sviluppo e la diffusione di una visione radicale e fondamentalista in alcuni ambienti islamici (minoritari) in Europa.
In Italia, negli ultimi anni la “questione islamica” è diventata politicamente scomoda. Gli spazi di incontro e di riflessione costruttivi si sono drasticamente ridotti perché è una questione che riporta sempre e inevitabilmente ai temi dei diritti, della libertà religiosa, della cittadinanza: principi sanciti dalla nostra Costituzione. E l’integrazione della realtà islamica passa inevitabilmente attraverso la messa in pratica di questi principi, ma in Italia il mondo politico fa orecchie da mercante e mantiene un profilo basso.
Questo quadro preoccupante oggi ci interroga tutti: società civile, istituzioni, mondo politico e media. Oggi più che mai è doveroso affrontare razionalmente la “questione islamica”, rilanciare la sfida del confronto e del dialogo politico e sociale per integrare – nel senso positivo del termine – le comunità islamiche, per scongiurare il rischio di consegnare alle generazioni future una società multiculturale e multiconfessionale frammentata e conflittuale.
Con questo spirito, la rivista Confronti – da anni impegnata nella sensibilizzazione sui temi della diversità culturale, della libertà religiosa e della laicità – organizza nei giorni venerdì 21 e sabato 22 ottobre un convegno intitolato: L’islam in Italia tra fondamentalismo e islamofobia. Si tratta di uno spazio di riflessione, di testimonianza e di dibattito, alternativo a quello generalmente offerto dai media dominanti, che spesso affrontano il tema in maniera riduttiva e strumentale; ma allo stesso tempo vuole essere complementare a quello che altre piccole realtà come la nostra cercano faticosamente di diffondere in nome della non-discriminazione, della libertà e della democrazia.
21/22 ottobre 2011
Presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma
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