Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
Furio Colombo e quella paura dell’effetto “déjà vu”
di Elisabetta Reguitti
“Ben vengano le manifestazioni unitarie in difesa della Costituzione, approvo l’idea di un’ assemblea come quella lanciata da Articolo21 e che si terrà a fine gennaio ad Acquasparta ma serve altro”. Il giornalista, scrittore e parlamentare afferma l’esigenza di creare un “fatto nuovo” capace davvero di scuotere la consapevolezza collettiva sull’ importanza di salvaguardare la Carta Costituzionale che rischia di essere svenduta come un bene di poco valore all’interno di un “Suk fatto alla rovescia” nel quale la contrattazione è sempre al rialzo rispetto a chi detiene il potere. Una metafora che Colombo spiega meglio entrando nel cuore del dibattito politico sollevato in questi giorni dalle dichiarazioni del ministro Renato Brunetta.
“Come è possibile inserire nella Costituzione di un Paese concetti come mercato, concorrenza e merito? In quale Paese civile questo accade? Il rischio è che questo accada proprio in Italia – incalza Colombo – perché fino a quando noi continueremo a fare le cose insieme a loro noi saremo sempre più vittime di richieste al rialzo. Non ci saranno più limiti a nulla”.
E’ per questo che Colombo, quindi, teme un effetto “déjà vu” rispetto alle manifestazioni di piazza alle quali le persone potrebbero abituarsi.
“Un grave pericolo che non possiamo permetterci di correre” incalza l’esponente del Pd sottoponendo un secondo spunto di riflessione.
“In Italia non esiste alcun quadro di riferimento di valori condivisi di tipo storico. In nessun Paese democratico si rimuove con tanta facilità i principi cardine che hanno contraddistinto la Storia. In Italia, al contrario, c’è la rincorsa alla distruzione del passato, alla negazione della nostra cultura democratica e alla cancellazione del lavoro svolto dei padri costituenti”.
“Come è possibile inserire nella Costituzione di un Paese concetti come mercato, concorrenza e merito? In quale Paese civile questo accade? Il rischio è che questo accada proprio in Italia – incalza Colombo – perché fino a quando noi continueremo a fare le cose insieme a loro noi saremo sempre più vittime di richieste al rialzo. Non ci saranno più limiti a nulla”.
E’ per questo che Colombo, quindi, teme un effetto “déjà vu” rispetto alle manifestazioni di piazza alle quali le persone potrebbero abituarsi.
“Un grave pericolo che non possiamo permetterci di correre” incalza l’esponente del Pd sottoponendo un secondo spunto di riflessione.
“In Italia non esiste alcun quadro di riferimento di valori condivisi di tipo storico. In nessun Paese democratico si rimuove con tanta facilità i principi cardine che hanno contraddistinto la Storia. In Italia, al contrario, c’è la rincorsa alla distruzione del passato, alla negazione della nostra cultura democratica e alla cancellazione del lavoro svolto dei padri costituenti”.
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