di Ugo Dinello
"Vi fareste operare da un chirurgo in preda a un accesso d'ira? Beh, andare a toccare la nostra Costituzione è un'operazione chirurgica che incide sul funzionamento del corpo sociale, che va fatta se serve, ma con le garanzie di serenità minime per non avere un esito fatale". Felice Casson, componente della commissione Giustizia del Senato, non chiude la porta a interventi, ma chiede le necessarie garanzie.
"La nostra Costituzione è un equilibrio studiato tra i vari poteri dello Stato e gli organismi preposti al suo funzionamento. E' addirittura ovvio che qualsiasi intervento su un organismo così complesso deve prima di tutto offrire le garanzie di non essere fatto per interessi di parte ma in quello esclusivo della collettività".
D. Altrimenti?
R. "Limitiamoci a fare notare che altrimenti questi interventi alterano l'equilibrio trovato".
D. L'obiezione del centrodestra è che una costituzione non è qualcosa di imbalsamato ma dev'essere continuamente adeguato ai tempi.
R. "Vero, ma al tempo: in ogni costituzione, si sa, ci sono gli elementi portanti di una società, il suo Dna. Ma la Costituzione della Repubblica Italiana è un capolavoro di diritto, che ha saputo rappresentare ed è frutto di tutte le culture che storicamente si sono presentate nel nostro paese: quella cattolica, la socialista, la liberale, la comunista, la repubblicana eccetera."
D.Quindi?
R. "Quindi si può intervenire, ma solo con il meglio delle energie culturali, sociali ed etiche. E in questo momento il clima che è stato creato non mi pare offrire le necessarie garanzie di genuina affidabilità. Lo stesso meccanismo di modifica previsto dai Costituenti impedisce cambiamenti dettati dall'emotività. Per intervenire sulla Carta costituzionale devono quindi esserci anche condizioni politichre che in questo momento si fa fatica a vedere, sia per le leggi ordinarie, tanto più per quelle costituzionali".