di Giuseppe Giulietti*
Da quota 308 quota 281, il tutto nel giro di poche ore. Ci riferiamo ai voti che la maggioranza ha messo insieme sul rendiconto finanziario e a quelli che ha fatto registrare ieri il voto sull’articolo 1 dell’assestamento di bilancio. Nel giro di poche ore Berlusconi ha perso altri venti parlamentari e per di più li ha persi su un provvedimento altrettanto importante: la ratifica da parte della Camera dei deputati di un atto amministrativo e contabile non riviabile, tanto più nel pieno di una crisi sempre più devastante.
L’assestamento non è stato bocciato solo perchè le opposizioni tutte hanno deciso, anche oggi, di non partecipare al voto , anche per non spingere definitivamente l’Italia sull’orlo del fallimento e della bancarotta. Il voto di oggi forse non desterà lo stesso clamore di quello di ieri, eppure si tratta davvero della mazzata finale.
Le minacce di Berlusconi, la lista dei cattivi stilata in aula, le offerte e le urla hanno sortito l’unico effetto di aumentare la pattuglia dei dissidenti e degli scontenti. Berlusconi non si rassegnerà, tornerà a urlare a reti semiunificate, annuncerà il diluvio prossimo venturo, brandirà lo spettro del comunismo alle porte, ma ormai non riuscirà più a fermare la ruota.
Il finale di partita, che non sarà breve, rischia di essere amaro per l’italia, per lui sarà amarissimo. Da 308 a 281 mancano parecchi deputati, e questa volta non gli basteranno gli assegni e neppure i posti per ripetere il miracolo della moltiplicazione dei deputati e dei senatori.
* da Blitz Quotidiano