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“Cronisti nel mirino delle mafie” su Rainews 24
di redazione
Quello dei giornalisti minacciati in Italia è un fenomeno dilagante di cui pochi sono disposti a parlare. Nel nostro paese negli ultimi 5 anni hanno subito minacce ben 800 giornalisti. Rainews 24 è andata alla scoperta dei fatti con l’inchiesta: "La vita per una notizia. Cronisti nel mirino delle mafie” realizzata da Flaviano Masella, che andrà in onda mercoledì 23 nov alle 22:00 e sarà replicata giovedì 27 nov alle 18.30.
L’inchiesta di Rainews da voce ai tanti giornalisti presi di mira quotidianamente per il loro lavoro di cronaca e di denuncia. “Non va bene quello che scrivi, questo è l’ultimo avvertimento” è scritto nel messaggio minatorio inviato a uno dei tanti cronisti minacciati dalla mafia che vive a Gela e collabora con vari quotidiani siciliani. Chi lavora in un piccolo giornale rischia sicuramente di più, specialmente nel mezzogiorno, dove le mafie sono radicate ed è inevitabile finire a cozzare con i suoi interessi.
L’ultimo rapporto dell’Unesco ha sottolineato che l’80% dei 125 giornalisti uccisi nel mondo nel 2008-2009, non erano corrispondenti di guerra, erano cronisti locali che facevano inchieste. Anche in Italia i cronisti locali sono quelli che rischiano di più. Per tappare la bocca ai cronisti scomodi dei piccoli giornali, racconta l’inchiesta di Rainews, ormai sempre più spesso si fa un uso intimidatorio delle querele e delle cause civili. (Ossigeno)
L’inchiesta di Rainews da voce ai tanti giornalisti presi di mira quotidianamente per il loro lavoro di cronaca e di denuncia. “Non va bene quello che scrivi, questo è l’ultimo avvertimento” è scritto nel messaggio minatorio inviato a uno dei tanti cronisti minacciati dalla mafia che vive a Gela e collabora con vari quotidiani siciliani. Chi lavora in un piccolo giornale rischia sicuramente di più, specialmente nel mezzogiorno, dove le mafie sono radicate ed è inevitabile finire a cozzare con i suoi interessi.
L’ultimo rapporto dell’Unesco ha sottolineato che l’80% dei 125 giornalisti uccisi nel mondo nel 2008-2009, non erano corrispondenti di guerra, erano cronisti locali che facevano inchieste. Anche in Italia i cronisti locali sono quelli che rischiano di più. Per tappare la bocca ai cronisti scomodi dei piccoli giornali, racconta l’inchiesta di Rainews, ormai sempre più spesso si fa un uso intimidatorio delle querele e delle cause civili. (Ossigeno)
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