di Giuseppe Giulietti
Il non voto, accompagnato dall'intervento in Aula, riportato proprio in questo spazio, è stato motivato dalla necessità di segnalare al governo l'insoddisfazione di chi si è sempre battuto contro ogni conflitto di interesse , contro i trust, contro le Noemi bavaglio, contro la subordinazione della Rai ai partiti, contro la riduzione del pluralismo editoriale e, di conseguenza, contro l'alterazione dello stesso libero esercizio del voto. Della manovra si potrà dire tutto, meno che abbia affrontato questi nodi, forse non poteva farlo, forse, anzi senza forse, si è accettato il veto di Berlusconi.
La mancata asta sulle frequenze è intollerabile: si chiedono sacrifici a tutti e si fa un altro regalo all'uomo più ricco d' Italia? Nel frattempo si tagliano i contributi a tutti gli altri e si mancano a morte decine di emittenti e di giornali, per non parlare di altri argomenti?
Nella medesima manvra si tagliano i componenti delle autorità, ma non si cambiano i criteri di nomina, lasciando il potere in mano ai governi e ai partiti.Per si continua ad assistere alla devastante crisi della Rai anzi le ultime nomine hanno rafforzato il regime berlusconiano, quasi fossero il pegno di un scambio tra voto e rafforzamento del monopolio mediatico del Cavaliere.
Naturalmente speriamo di sbagliarci e continueremo a puntare i piedi sino a quando non vedremo una vera gara per le frequenze, il commissariamento della Rai, un riforma della editoria che impedisca la morte di decine e decine di esperienze editoriali. Si chiude Rai Internazionale proprio quando apre Mediaset International. Si contrasta Rainews mentre apre la all news della concorrenza. Naturalmente ci attendiamo anche il rientro nel servizio pubblico degli autori e dei programmi che sono stati cacciati in obbedienza ai comandi d Arcore.
Nessuno potrà mai chiedere ad Articolo 21 di rinunciare alle ragioni per le quali è nata.Allo stesso modo non cadremo nella trappola di chi non vede distinzioni tra Monti e Berlusconi. Sino a qualche settimana fa, in questa Italia, si negava persino la esistenza della crisi, si portavano in aula le leggi bavaglio, si annunciavano norme contro la magistratura, si fabbricavano leggi "adpersonam", si assolvevano i Cosentino.
Berlusconi raccontava barzellette .Monti può non piacere, ma incarna un altro mondo. Qualche ministro della Lega copriva le urla dei razzisti , il ministro Riccardi va a trovare Torino i rom nel campo bruciato dagli squadristi.
L'ex ministro Scaiola ci aveva ricordato che " il progresso ha sempre comportato le vittime sul lavoro ", il ministro Fornero ha invitato tutti a non abbassare la guardia e a contrastare la strage con ogni mezzo.
I ministri di Berlusconi i presentavano norme per bloccare i processi a carico del capo, il ministro Sevrino ha deciso di partire dagli ultimi e cioè dal carcere e dai carcerati senza padrini.
Non ci sembra poco, anche per questo tutti insieme abbiamo deciso di assumere una posizione che segnalasse il disagio di una vasta rete di associazioni, ma non si trasformasse subito in un voto negativo.
Naturalemente lavoreremo per rimettere insieme, su questi temi, il più ampio fronte di forze sociali, sindacali, politiche, perchè , prima o poi, si tornerà al voto e senza un vasto e forte fronte unitario, il cortocircuito tra politica ed antipolitica potrebbe aprire la strada alla vittoria della peggiore destra post berlusconiana, e forse neanche post.
Resta inteso che se Berlusconi e i suoi dovessero sferrare l'assalto finale al governo Monti, per ragioni che sono esattamente opposte alle critiche da noi manifestate, il nostro voto non solo non si sommerà mai al loro, ma sarà un voto di " fiducia democratica".