di Giorgio Santelli
I giornalisti, assiepati davanti al 349 di Corso Vittorio Emanuele a Roma, aspettano il ministro Elsa Fornero. Deve arrivare alla Federazione Nazionale della Stampa per un saluto nella giornata dedicata al primo contratto giornalistico nazionale datato 100 anni fa. Il giorno prima la ministra ha dato il “la” alla dura polemica con i sindacati affermando che nella riforma del mondo del lavoro l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, quello che definisce la giusta causa per procedere al licenziamento, non può essere più un totem e che può essere messo in discussione.
Lei, la ministra, l’articolo 18 dice di non averlo mai citato. Forse è proprio così ma il senso resta. Tre ore di attesa. La ministra arriva in forte ritardo e i giornalisti, con qualche “normale” spintone, provano a strapparle qualche dichiarazione. “Il ministro parlerà dopo, in conferenza stampa”. Il dibattito, nella sala Tobagi, era intanto cominciato da ore. E con qualche polemica i rappresentanti dei giornalisti avevano stigmatizzato da una parte il ritardo della Foriero. Dall’altra avevano apprezzato la disponibilità al dialogo del sottosegretario Malinconico.
La ministra entra, i giornalisti si dispongono di fronte al tavolo della presidenza per scattare foto e registrare il suo saluto. Qualche minuto ed Elsa Fornero comincia a parlare. Fornero appare subito infastidita dai tanti fotografi, telecamere e cronisti, cita Karl Popper ("Sono cieco, stupido e sordo. Quindi andate via") per chiedere una “tregua fotografica”. L'unica concessione è che il contratto nazionale è “una grande conquista” poi inizia a bacchettare il lavoro dei cronisti. “Per voi la riforma previdenziale è già archiviata, volete sapere cosa faccio ora, con chi voglio litigare, ma non funziona così.
Questa riforma va spiegata: i tagli – prosegue - impongono sacrifici, ma ci sono elementi di equità. Alcuni hanno ridicolizzzato l’equità ma se avessi 30 minuti potrei difenderne con ardore l’equità”. Poi Fornero prende di petto un tema aleggiato in precedenti suoi interventi, quello della cassa di previdenza dei giornalisti. “Tutto cambia.... La vostra professione si è avvalsa di tanti privilegi per la vicinanza - è la spiegazione del ministro - che avete, più di altri lavoratori, con il potere politico. A seconda di come scrivete, in modo simpatico o con durezza”.
Insomma, giornalisti quasi tirapiedi. “Anche voi state sperimentando la durezza del mondo che non fa sconti a nessuno: se non li fa ai lavoratori Fiat non si vede perchè li dovrebbe fare a voi. Nessuno si può sottrarre”. Il ministro è consapevole del fatto che le sue parole non troveranno facile accoglienza: “Ora dirò una cosa che non vi sarà gradita: ho polemizzato spesso in passato con la vostra cassa previdenziale, anni fa ho chiesto di avere i dati ma mi sono stati negati dicendo che è materia delicata.
Ma se voi siete quelli della trasparenza dovete essere trasparenti anche voi. La vostra cassa ha problemi di sostenibilità come quasi tutte quelle professionali. Dobbiamo garantire che vengano amministrate bene non solo per i pensionati o quelli vicini alla pensione ma per i giovani”. Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi e a capo di tutte le casse previdenziali private è basito in platea. Insomma “nessuno può tirarsi fuori. Vi chiedo di non sottrarvi – conclude - vi chiedo un impegno per l’Italia”.
Poi i giornalisti si spostano in un'altra sala dove è stato annunciato l’incontro con il ministro ma Fornero non si presenta. Telecamere montate, giornalisti pronti ad ascoltare il ministro. Si presenta Alberto Brambilla al suo posto e annuncia che il ministro se ne è andata. A quanto pare intimorita dai giornalisti per quell’affollato assembramento iniziale. I giornalisti, alquanto stizziti, smontano le telecamere. Mentre io prendo la cartella stampa, Alberto Brambilla afferma: “Il ministro sarà dispiaciuto di questo vostro atteggiamento”. Replico io: “Dica alla signora ministro, però glielo dica davvero, che forse ad essere dispiaciuti siamo noi. Dopo gli appunti che ha fatto nel suo intervento a tutti i giornalisti e dopo avere chiesto a noi di ascoltarla lei non si presenta”. C'è un evidente gap di educazione. E l'atteggiamento del ministro non è conseguente alle sue parole e moniti che avevano chiesto apertamente a noi giornalisti di permettere a lei di spiegare alcune cose. Ed i giornalisti le cose le volevano capire davvero, facendo il loro lavoro che è quello di porre domande. E di domande ce ne erano parecchie.
Per esempio come il ministro lega la discussione sull'Articolo 18 alla modifica della parte legata al licenziamento per giusta causa. Non un tabù che non va posto in discussione, ma almeno comprendere se il ministro Fornero ha coscienza che, nella professione giornalistica, quella parte dell'articolo 18 è un elemento di sicurezza e di libertà. Senza quell'articolo qualsiasi giornalista scomodo potrebbe essere licenziato dal proprio editore in qualsiasi momento, violando così un diritto fondamentale: la possibilità di raccontare un fatto, anche scomodo, senza rischiare di essere licenziato.
Poi domande su quel che il ministro ha sostenuto nel suo intervento. Quando, come, perchè e a che titolo aveva chiesto i dati sull'Inpgi che non le erano stati consegnati? A chi li aveva chiesti? Chi le aveva risposto? Domande legittime.
E poi, ancora, dove ha acquisito i dati sulla insostenibilità delle casse di alcuni enti previdenziali privati per affermare quel che ha affermato. Se quei dati richiesti non le sono stati consegnati, come ha fatto i conti il ministro? E poi anche domande che più forse vorrebbe sentire il ministro. Per esempio, poichè l'innalzamento dell'età pensionabile, pensione contributiva, e Articolo 18 poco interessano a precari e i freelance visto che nessuno di loro immagina di andare in pensione presto, nessuno ha a disposizione questi diritti, nessuno raggiungerà alcun scalone, c'era una domanda legittima. Quali misure ha intenzione di varare per definire un accesso ad un lavoro? Come intende creare occupazione? Con quali risorse? E, come ha detto Fornero, parlo di lavoro, non di un posto di lavoro. Ma il ministro era già scivolato via. E molti, oggi, si chiedono se le lacrime che l'avevano resa così umana non fossero forse causate da un improvviso attacco allergico piuttosto che alla durezza delle scelte fatte ed alla consapevolezza di intervenire con misure draconiane sulle fasce più deboli.
Pensioni e contratti. Quali interessi dietro attacco del ministro Fornero ai giornalisti? - Intervista di Gianni Rossi a Franco Siddi
LE REAZIONI
FNSI
La Giunta esecutiva della Federazione nazionale della stampa e la Consulta delle Associazioni regionali di stampa 'respingono l'attacco all'autonomia dell'Inpgi e alla professione, che non vive di privilegi ed è impegnata al contrario a contrastare un lavoro sempre più precario. L'Istituto di previdenza dei giornalisti - l'Inpgi - ha già messo in atto con il concorso delle parti sociali manovre sulle entrate le prestazioni previdenziali, la valorizzazione del patrimonio e l'efficienza della gestione che consentono una sostenibilitò dei propri bilanci e della propria missione anche nel lungo periodo. Per questa ragione risulta sorprendentemente grave l’affermazione del ministro relativa ad una presunta insostenibilità dei conti dell'Inpgi.
Affermazione resa pubblicamente e non suffragata da alcun riscontro che contraddice quanto costantemente verificato e certificato dallo stesso ministero del Lavoro i cui rappresentanti siedono nel consiglio di amministrazione dell'Istituto'. La Giunta della Fnsi “invita il governo ad evitare contrapposizioni pregiudiziali e a ripristinare il metodo del confronto con le parti sociali e con gli organismi degli enti previdenziali privati ma vigilati.
E' questa l’unica strada per evitare al Paese costi che non potrebbero essere imputati ad una crisi che investe tutti i settori e i comparti e non risparmia quello dell'informazione”.
CASAGIT
“Sono molto preoccupato per contenuti e stile. L'intervento della professoressa Elsa Fornero, Ministro del Welfare, oggi al Centenario del Contratto Giornalistico presso la Federazione Nazionale della Stampa, avrebbe dovuto essere un primo momento di interlocuzione seria su temi delicati quali Previdenza e Assistenza: è stata invece una doccia fredda”.
Afferma il presidente della Casagit, Daniele Cerrato. “Le affermazioni del Ministro su una situazione non sostenibile dei conti dell'Istituto previdenziale dei giornalisti italiani dimostrano la volontà demagogica di farci apparire ciò che non siamo e una sostanziale non conoscenza dei fatti. L’Inpgi ha conti in assoluta linea con quanto previsto dalle leggi e una sostenibilità recentemente certificata dai Ministeri del Lavoro e dell'Economia. Una tradizione di coerenza contabile, quella del nostro Istituto di Previdenza, facilmente dimostrabile, realizzata senza mai gravare sui conti pubblici per un solo centesimo e con un patrimonio di riserva accumulato da generazioni di giornalisti italiani. Ma forse proprio in quest'ultimo dato risiede il vero problema”.
INPGI
“Le dichiarazioni del Ministro Fornero sono demagogiche, infondate e provocatorie.E' gravissimo affermare pubblicamente, come ha fatto oggi il Ministro, che le Casse di previdenza private, prendendo ad esempio l'Inpgi, non sono in grado di garantire quella solvibilità a lungo termine necessaria per pagare le future pensioni, sostenendo che i patrimoni andranno a scemare. Affermazioni che denotano non solo la totale mancanza di conoscenza del settore ma probabilmente logiche che non corrispondono alla verità ma ad un progetto ben preciso che per correttezza e coerenza il Ministro dovrebbe rendere pubblico evitando di gettare fango e panico infondato su 2milioni di professionisti e lavoratori”. Il presidente dell'Inpgi e dell'Adepp, Andrea Camporese, risponde così alle affermazioni del Ministro Fornero.
“E' inaccettabile che il Ministro dichiari che non le sia stato possibile accedere ai dati sui bilanci. Evidentemente la professoressa Fornero non sa che i bilanci dell'Istituto di previdenza dei giornalisti, da lei accusato, sono pubblicati sul sito dell'Inpgi, dopo essere autorizzati ed approvati da ben 8 organismi di controllo e dallo stesso Ministero del Lavoro - continua Camporese -.
Il Ministro forse non è a conoscenza del fatto che l'Inpgi ha recentemente varato una riforma che aumenta i contributi e l'età pensionabile delle donne, garantendo sostenibilità a 50 anni, con un patrimonio sempre crescente ai 2,5 miliardi di euro accantonati”. Il Ministro Fornero dimentica che le è stato inoltrato, più di un mese fa ed in anteprima, il primo rapporto sulla previdenza privata redatto ed elaborato dal centro studi dell'Adepp: 300 pagine che contengono tutti i dati che le sarebbero stati utili e le avrebbero così evitato di affermare pubblicamente cose false e sulle quali risponderà in tutte le sedi preposte”.
ORDINE DEI GIORNALISTI
“Le dichiarazioni fatte dal ministro Fornero sono molto gravi. Nascono in tutta evidenza, da informazioni che le vengono fornite da chi nulla sa del lavoro dei giornalisti oggi”, afferma il Presidente dell'Ordine dei Gironalisti Enzo Iacopino, secondo il quale “parlare di privilegi guadagnati grazie ad una collusione con la politica, vista come il male assoluto, significa fare affermazioni lontane mille miglia dalla mortificante realtà in cui operano migliaia di giovani che onorano il dovere costituzionale di garantire ai cittadini il diritto all'informazione”.