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1100 morti sul lavoro nel 2011
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di Marco Bazzoni*

1100 morti sul lavoro nel 2011

Oltre 1100 morti su lavoro nel 2011, il 15% di questi lavoratori erano "in nero" o già in pensione, questi sono i dati che ci fornisce Osservatorio Indipendente di Bologna: http://cadutisullavoro.blogspot.com/ diretto da Carlo Soricelli, un operaio in  pensione, che fa un lavoro enorme con il suo  blog, aggiornando ogni giorno, le morti sul  lavoro che ci sono in ogni parte d'Italia.

Voglio ricordarVi quello che ci aveva detto  l'Inail, cioè, che per l'anno 2010, le morti sul  lavoro erano scese per la prima volta dal  dopoguerra, sotto quota 1000, per l'esattezza 980. Evidentemente c'è qualcosa che non va nei dati Inail, e viene da se, che sono dati fortemente  sottostimati, perché non tengono conto di tutti i  lavoratori che muoiono  "in nero". Però sono ancora in tanti, troppi (politici,  giornalisti, sindacati, Istituzioni), che  prendono questi dati come "oro colato". Ma i dati dell''Osservatorio ci dimostrano, che  ancora tanto resta da fare sul tema della sicurezza sul lavoro. Siamo di fronte ad una vera e propria ecatombe dei morti sul lavoro.

E badate bene, 1100 morti sul lavoro, come ci  dice l'Osservatorio Indipendente di Bologna, è la  stima minima: sono molti di più!!! Come si può definire civile un paese che ancora  ha tutti questi morti sul lavoro, ancora non  riesco a spiegarmelo, quando l'art 1 della  Costituzione dice che "l'Italia è una repubblica  democratica fondata sul lavoro" e non sulle morti sul lavoro!!! Nel 1994, a 20 anni, mi sono diplomato in tecnico  elettronico, e dato che non riuscivo a trovare il  lavoro per cui avevo studiato, mi sono adattato e  sono andato a lavorare in fabbrica a fare l'operaio metalmeccanico. Il lavoro che sto facendo da quasi 18 anni.

Adesso grazie al Governo Monti e alla riforma  della pensioni del Ministro del Lavoro Fornero,  non andro più in pensione a 60anni con 40 anni di  contributi, ma a 65 anni, con 45 anni di contributi. Il ministro del Lavoro Fornero ha definito la  riforma delle pensioni, equa, anche se mi deve  spiegare cosa c'è di equità a fare lavorare un  operaio in fabbrica 5 anni in più. Sono partito da questo esempio, per dirVi, che lo  Stato oltre a chiederci di lavorare così tanto  tempo, ci dovrebbe anche garantire di tornare a  casa vivi la sera, dopo una dura giornata di lavoro. Mi rivolgo al Ministro dell'Istruzione Profumo: faccia un decreto, perché la sicurezza sul  lavoro, sia inserita come materia di insegnamento  fin dal prossimo anno scolastico, a partire dalle  scuole elementari come si fa in Francia, perché  qui si parla tanto di mancanza di cultura della  sicurezza sul lavoro, ma se non viene insegnata  fin da piccoli, come pensiamo possa essere  trasmessa da grandi. Inoltre, non  dimentichiamocelo mai, gli studenti di oggi,  saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani.

Mi rivolgo al Ministro del Lavoro Fornero,  ripristini le norme per la sicurezza sul lavoro,  volute  dall'allora Governo Prodi con il testo  unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08) e  stravolte dall'ex Ministro del Lavoro Sacconi,  con il Dlgs 106/09 (decreto correttivo), che tra  le tante cose negative ha dimezzato le sanzioni  ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti,  in alcuni casi ha sostituito l'arresto con  l'ammenda, ha introdotto la "salva-manager".

Mi rivolgo al Ministro dell'Interno Cancellieri,  per cortesia, aumenti le pene per i responsabili delle morti sul lavoro. Se non sbaglio, per il reato di omicidio colposo,  la pena varia da 2 a 7 anni, ma molto spesso i  datori di lavoro se la cavano con pene molto più  basse o peggio con la prescrizione. Quando ciò accade, per i familiari è come se il  loro caro fosse morto una seconda volta.

Inoltre non dimentichiamoci anche di tutti i  lavoratori che muoiono ogni anno per malattie  professionali e di tutti i lavoratori che  rimangano invalidi, senza un braccio, senza una  mano, senza una gamba, senza un piede o paralizzati. Ed infine, un invito voglio rivolgerlo alle  associazioni, ai sindacati, ai partiti politici,  alle Istituzioni e ai mezzi d'informazione: la si  smetta di chiamare queste morti, con il termine  "morti bianche" e "tragiche fatalità" Queste morti non hanno nulla di bianco, e non  sono mai delle tragiche fatalità, ma sono dovute  al non rispetto delle minime norme di sicurezza sul lavoro

* Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Email: bazzoni_m@tin.it

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