di Ahmad Rafat
Il 2012 è iniziato in Iran, con la chiusura della Casa del Cinema per ordine del Consiglio Pubblico della Cultura, un organismo creato recentemente, dal Ministero per la Cultura e la Guida Islamica, del quale fanno parte 29 persone appartenenti ai vari ministeri tra cui il Ministero degli Interni e quello dell’Intelligence, senza che nessun esponente della cultura ne faccia parte. La prima decisione di questa neonata commissione, che ricorda tanto il Miniculpop fascista, è stata quella di chiudere la Casa del Cinema. La Casa del Cinema in Iran, è un’istituzione non governativa che include tutte le associazioni professionali cinematografiche, da quella dei registi a quella dei produttori passando per attori e tecnici del cinema. Con la chiusura della casa del cinema, il governo di Mahmoud Ahmadinejad, intende privare il paese del suo cinema indipendente.
Il 2011 è stato per il cinema iraniano un anno di grandi successi ma anche di una forte repressione. Il film “Nader e Simin: una separazione”del regista Asgahar Farahdi ne è il testimone principale. Si è aggiudicato tre orsi all’ultima edizione del Festival di Berlino, nonché due nomination all’oscar e vari premi in giro per il mondo. Il regista Mohammad Rasoulov, con il suo “Arrivederci” ha vinto la sezione Un Certain Regarde all’ultimo festival di Cannes, il premio del Festival Asiatica Film Mediale ed altri. Premi anche al film “Cut” realizzato dal decano dei registi iraniani, Amir Naderi, in Giappone e in lingua giapponese. Ma Naderi da anni è costretto all’esilio, da dove ha realizzato i suoi ultimi film. Rasoulov è stato di recente condannato in via definitiva a un anno di carcere. Nelle prime due sentenze la condanna per Rasoulov, che era stato arrestato con l’altro noto regista iraniano Jafar Panahi, era stata a 6 anni di carcere. Lo stesso Panahi, malgrado la condanna a 6 anni di reclusione e 20 anni di divieto di esercizio della professione e di poter viaggiare all’estero e comunicare con la stampa, ha realizzato nel suo appartamento di Teheran “Questo non è un Film”, ospite di molti festival internazionali come Cannes e Venezia. La regia di questo non è un film è firmata anche da Mojtaba Mirtahmasb, il più noto dei documentaristi iraniani, arrestato nel mese di settembre e rilasciato a dicembre dietro una forte cauzione. Attualmente diversi registi, attrici e attori iraniani sono in libertà dietro cauzione, in attesa di giudizio o dell’esecuzione della sentenza:
- Jafar Panahi (regista), condannato a 6 anni di carcere e 20 anni di interdizione. Attualmente a casa in attesa dell’esecuzione della sentenza.
- Mohammad Rasulov (regista), condannato a 1 anno di carcere. Attualmente a casa in attesa dell’esecuzione della sentenza.
- Mohammad Nourizad (documentarista), libero su cauzione in attesa della sentenza definitiva. E’ stato torturato durante la detenzione.
- Mojtaba Mirtahmasb (documentarista), in libertà dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Katayun Shahabi (distributore internazionale di film),in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Ramin Parchami (attore) in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Marzieh Vafamehr (attrice) condannata a un anno di carcere e 90 frustate per aver partecipato ad un film senza indossare il velo islamico. Attualmente agli arresti domiciliari.
- Nasser Saffarian (documentarista),in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio. .
- Hadi Afarideh (documentarista e portavoce dell’Associazione dei Documentaristi Iraniani),in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Mohammad Ali Shirzad (documentarista),in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Shahnam Bazdar (documentarista), in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Mohsen Shahrnazdar (documentarista), in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Pegah Ahangarani (attrice), in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Mahnaz Mohammadi (documentarista), in libertà, dietro pagamento di una cauzione, in attesa di giudizio.
- Fatemeh Motamedaria (attrice) ha ricevuto l’ordine di divieto di esercitare la professione di attrice.
Alcuni hanno preferito non girare più film in Iran e trasferire la loro attività professionale all’estero, in quanto perseguitati oppure impossibilitati ad ottenere le molteplici autorizzazioni necessarie nella Repubblica Islamica per realizzare un film.
Asgahar Farahadi, (regista), si trova a Parigi dove girerà il suo prossimo film.
Abbas Kiarostami (regista), ha realizzato in Italia il suo ultimo film e per il prossimo si trasferirà in Giappone.
Bahaman Ghobadi (regista), si trova in Turchia per realizzare il suo film, mentre Turaj Aslani, il direttore della fotografia, rientrato in Iran per una visita alla famiglia è stato privato del passaporto.
Mohsen Makhmalbaf, (regista) pluripremiato cineasta vive oggi in esilio a Londra. Con lui si sono trasferiti nel capoluogo inglese la moglie Marzieh Meskini (regista), le figlie Samira (regista) e Hana (regista) e il figlio Meysam (produttore).
Amir Naderi, (regista) vive e lavora a New York.
Babak Payami (regista) vincitore del Leone d’Argento per “ Il voto è segreto”vive e lavora aToronto
Bahram Beizaii (regista), autore di” Bashu”, uno dei capolavori del cinema iraniano, si è dovuto trasferire l’anno scorso a San Francisco.
Shirin Neshat, (regista) vincitrice del Leone d’argento con il film “Donne senza Uomini”, vive e lavora a New York.
Golshifte Farahani (attrice) attrice di film di successo in Iran e all’estero,dopo aver lavorato con Leonardo Di Caprio in “Body of Lies” è stata costretta a lasciare il paese e trasferirsi a Parigi.
Reza Allamehzadeh (regista) dopo aver realizzato un film sulla diaspora iraniana, girato clandestinamente in Turchia, è dovuto stabilirsi ad Amsterdam.
Marjane Satrapi, (regista) dopo aver pubblicato il suo famoso libro a fumetti “Persepolis” si è stabilita a Parigi dove ha realizzato i film “Persepolis” e “Pollo alle prugne”.
Shoja Azari (regista) vive e lavora a New York.
Shohreh Aghdalou (attrice) candidata all’oscar come attrice non protagonista del film “La casa di sabbia e nebbia”, si è dovuta stabilire a Los Angeles, dove oggi vive con il marito Houshang Touzi.
Con la chiusura della Casa del Cinema, i registi, i direttori della fotografia, gli attori e le attrici hanno perso la loro ultima difesa. Non ci sarà più nessun organismo nella Repubblica Islamica dell’Iran a battersi per far approvare una sceneggiatura o ottenere un’autorizzazione a tutti quei cineasti che rifiutano di trasformarsi in registi di regime e pensano, di poter parlare con il linguaggio universale del cinema al pubblico del proprio paese e non solo.