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''Riflettori accesi sulle azioni sgradite ai boss''. Parte da Mileto l'iniziativa di Articolo21 contro le mafie
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di Giulia Fresca

''Riflettori accesi sulle azioni sgradite ai boss''. Parte da Mileto l'iniziativa di Articolo21 contro le mafie

Parte da Mileto, in provincia di Vibo Valentia, l’invito di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, a rilanciare su tutti i canali informatici a disposizione, Twitter, blog, profili Facebook, gli articoli sgraditi ai boss che, dalle carceri continuano a minacciare i cronisti “scomodi”. «Abbiamo la necessità di mantenere alta l’attenzione su ciò che accade nel quotidiano- ha detto Giulietti - e proprio dalla Calabria, e dal vibonese in particolare, scenario degli ultimi attacchi contro giornalisti ed operatori dell’antimafia, lanciamo l’invito a quanti hanno a cuore che non si spengano i riflettori. Il silenzio sui fatti accaduti nutre la criminalità ed è per questo che dobbiamo riaccendere, sempre più forte, la luce contro quanti operano nel buio e nel torbido, affinché cresca la consapevolezza di tutti e si crei una vera rete sempre più fitta a protezione e tutela della legalità e della libertà di informazione».

L’occasione offerta dalla cittadina di Mileto attraverso l’edizione straordinaria dell’evento “Gli apostoli dei fanciulli” promosso dall’associazione culturale Alighistos, presieduta da Nicola Rombolà, in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha avuto per tema “La musica salverà il mondo” grazie alla preziosa collaborazione con il Cantiere Musicale Internazionale di Mileto fondato e diretto dal celebre pianista Roberto Giordano. L’evento è stato l’occasione per dare il riconoscimento “Testimone e apostolo dei fanciulli” a don Giacomo Panizza per la sua attività e l’impegno a favore ed a difesa dei più piccoli e poter discorrere con lui dei recenti atti intimidatori subiti nella notte del 25 dicembre, dove, dopo i numerosi e ripetuti episodi dei giorni precedenti culminati anche con l'arresto di due “picciotti” che giravano fra le vie del quartiere armati, sono stati fatti esplodere due ordigni. Uno in luogo simbolo contro la 'ndrangheta ovvero la porta d'ingresso del centro per minori stranieri non accompagnati, da poco fondato da don Giacomo Panizza, il presidente della comunità Progetto Sud assegnataria, dieci anni fa, del palazzo confiscato alla famiglia Torcasio, il clan di 'ndrangheta.

«È un chiaro messaggio mafioso- ha detto don Giacomo Panizza - Qui funziona così. Il clan della zona è diventato perdente, altrimenti nessuno avrebbe osato far saltare dell'esplosivo davanti alla nostra comunità. Si sta affacciando qualcuno di nuovo? Chi sia, non è ancora possibile saperlo. La nostra attività va portata avanti ed il nostro impegno non conosce sosta. Essa è stata scelta perchè è un simbolo, perchè colpendo noi si dice all'intero territorio che il clan attualmente in carica non è stato in grado di proteggerci. In Calabria tutto è diverso- ci ha detto a Mileto, don Panizza- Quando arrivai nel 1976 scoprii che una comunità enorme come quella di Lamezia Terme aveva in essere un solo asilo, mentre io, sin da bambino, ricordo mia madre, operaia in fabbrica nel bresciano che lottava per la realizzazione dell’ennesimo, che potesse essere di maggiore supporto alle donne lavoratrici. In Calabria tutto ha un sapore diverso. Anche il mio breviario lo leggo in maniera diversa, così come si legge la Bibbia, la Legge e si ascolta la musica». Ma come si è comportata la stampa a seguito dell’attentato? «La stampa locale ha seguito il solito cliché - ci ha detto rammaricato don Giacomo Panizza- Ogni giorno avvengono fatti delittuosi, intimidazioni, sparatorie e morti, ma si è enfatizzato su quanto accaduto alla mia comunità. Qui, in Calabria c’è una storia da non dimenticare, che esiste e deve essere costantemente sotto i riflettori per andare avanti e rimuovere il marcio che si nutre delle tenebre». Adesione all’invito lanciato da Articolo21 anche dall’onorevole Marilina Intrieri, primo Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza della Calabria, presente alla manifestazione di Mileto cui hanno partecipato anche il sindaco della cittadina Vincenzo Varone, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi ed il consigliere provinciale di Roma onorevole Nicola Galloro. Presente moralmente l’Unicef attraverso un messaggio congiunto della presidente nazionale Paola Bianchi e provinciale Cinzia Catanoso, lo scrittore Santo Gioffrè, il docente dell’Università di Messina Antonio Pugliese, la psicologa Mariacatena Contartese e la cantastorie Francesca Prestia insieme al chitarrista Gabriele Putrino. Testimonianze importanti sono giunte dal giovane ordinato sacerdote, don Francesco Pontoriero e da don Felice Palamara, missionario nelle favelas del Brasile nonché dall’avvocato Pasquale Cananzi, componente del direttivo dell'Unione Nazionale Camere Minorili. Tante le presenze che hanno accolto il messaggio di partire dai giovani, dai fanciulli, per ripristinare il senso di legalità e giustizia nella nostra società. «Occorre guardare il mondo con gli occhi dei bambini e abbassarsi al livello del loro sguardo- è stato detto nelle conclusioni dell’incontro -La società civile, la Chiesa, le Istituzioni e la Giustizia devono farsi “bambini” affinché le azioni vengano svolte non pensando agli adulti di domani ma ai giovani di oggi. Gli esempi di legalità, di coraggio, di ascolto, devono essere riconosciuti ed a loro occorre essere riconoscenti. È necessario lottare contro le mafie in maniera forte e radicale». Combattere la mafia significa essere di esempio ai giovani, aiutarli a fare battaglie positive partendo dai bisogni di ognuno. Combattere la mafia significa combatterla dentro di noi, nella nostra mente, nei nostri atteggiamenti, nelle nostre relazioni sociali, nel nostro esserci, qui ed ora, in ogni istante della nostra vita. Abbiamo tutti una cultura mafiosa che è quella del “non diritto”, della “raccomandazione”, del “non sviluppo” ed è qui che bisogna incidere. La mafia si combatte con i fatti più che con le parole e da Mileto, dal Cantiere Musicale Internazionale fondato da Roberto Giordano, un musicista di talento che non rinuncia alla sfida di far crescere culturalmente la sua terra e dall’esempio di uomini come Monsignor Giuseppe Fiorillo di Libera, parte un messaggio di azione vera per tenere accesa la luce e non consentire che criminali si impossessino del futuro di ognuno di noi.


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