di Liberainformazione
Scrivere di mafie è pericoloso. A Reggio Calabria, Palermo e Napoli, certamente, ma anche a Modena. La brutta notizia che coinvolge il mondo dell'informazione italiana è quella che riguarda Giovanni Tizian. Giornalista calabrese che da anni vive e lavora a Modena. Cronista attento e puntuale, che da sempre ha seguito gli intrecci perversi tra mafie, economia e pezzi della politica in Emilia Romagna. Da alcune settimane Tizian vive sotto scorta. Livello di protezione quattro, due uomini che lo seguono passo passo, ogni giorno.
«So poco, non so ancora nulla – risponde al telefono il cronista raggiunto da Libera Informazione – in questa situazione la vita ti cambia». L'assegnazione della scorta giunge inaspettata. «A parte alcune querele – ricorda Tizian – non ho ricevuto minacce. Qualcosa che possa sembrare un segnale, certo, ma niente di preoccupante». Tizian scrive per la Gazzetta di Modena e collabora con numerose testate attente ai fenomeni mafiosi, come Narcomafie e Libera Informazione. Le sue inchieste, sicuramente, hanno dato fastidio. Recentemente ha collaborato alla stesura del Dossier sulle mafie in Emilia Romagna, presentato a Bologna lo scorso 17 dicembre, scrivendo un capitolo di particolare interesse sugli intrecci criminali che caratterizzano gli affari dei boss newlla ricca regione del nord. Inoltre, ha da poco pubblicato un libro, “Gotica, 'ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”, nel quale analizza il radicamento dei gruppi criminali nel nord della Penisola.
«E' assurdo – commenta Tizian – che ancora nel 2012 i giornalisti in Italia non possano lavorare tranquillamente. Devo affrontare il precariato, poi questi problemi...». «Continuerò con determinazione il mio lavoro – aggiunge – anche se questa nuova situazione si somma alla mia vulnerabilità economica».
A Giovanni Tizian va la solidarietà del Direttore e della redazione di Libera Informazione e dell'associazione Articolo21
Il coordinamento di Libera Parma al fianco di Giovanni Tizian
Tizian sotto scorta, società civile si mobilita
*tratto da www.liberainformazione.org