Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - INTERNI
In Calabria amministratori sotto tiro: dal 2000 966 atti intimidatori
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Giulia Fresca

In Calabria amministratori sotto tiro: dal 2000 966 atti intimidatori La Calabria detiene un altro primato negativo. Il maggior numero di amministratori colpiti da violenza ed intimidazione mafiosa ma anche di “semplici” atti intimidatori. A livello nazionale sono 212 gli episodi di minacce e di intimidazioni di tipo mafioso e criminale ai danni di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione – una media di 18 casi al mese, una ogni giorno e mezzo – censite per l’anno 2010 dall’Associazione “Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie” nel suo Rapporto intitolato “Amministratori sotto tiro. Buona politica e intimidazioni mafiose”. Secondo l’associazione i 212 casi sono così distribuiti:145 casi (il 68% del totale) nei confronti di amministratori locali, 23 casi (l’11% del totale) nei confronti di personale della pubblica amministrazione, 11 casi (il 5% del totale) nei confronti di candidati a ricoprire un ruolo politico, 8 casi (il 4% del totale) nei confronti di parenti degli amministratori in carica e 6 casi (il 3% del totale) nei confronti di ex amministratori. A questi dati vanno aggiunti i 19 casi (il 9% del totale) che sono stati registrati come atti vandalici nei confronti dei Municipi di altri strutture/uffici comunali. Ad essere più colpiti dalla violenza e dall’intimidazione mafiosa e criminale sono soprattutto amministratori locali delle regioni meridionali, in particolare: Calabria: 87 casi (41% del totale), Sicilia: 49 casi (23% del totale) e Campania: 29 casi (14% del totale). Ma non mancano casi di intimidazioni pesanti nei confronti di sindaci, assessori, consiglieri e funzionari della pubblica amministrazione e si registrano anche in Sardegna (25 casi, il 12% del totale), in Puglia (11 casi, il 5% del totale) e, in numero più limitato, anche in alcune regioni del Centro-Nord, come il Lazio (5 casi), Liguria (3 casi), Basilicata, Abruzzo e Marche (1 caso ciascuna).

Ma a dare i dati più pesanti ci ha pensato Legautonomie Calabria che nel suo ultimo rapporto presentato ieri riporta che solo nella regione sono 103 gli atti intimidatori contro amministratori calabresi rilevati nel 2011. Il dato, in linea con quello del 2010 (106), porta il totale dal 2000 ad oggi a 966.
Dal segretario di Legautonomie, Claudio Cavaliere, è arrivata la proposta di costituire “un organismo investigativo ad hoc, una task force organizzata che possa leggere quello che avviene nel Comune interessato da intimidazioni”. Secondo il presidente di Legautonomie, Mario Maiolo “in questo fenomeno i Comuni sono le vittime, così come lo sono i tantissimi amministratori calabresi che reggono il peso di una crisi pesante”. Maiolo ha poi evidenziato la correlazione tra le intimidazioni e i periodi elettorali e scioglimenti dei Comuni, con il rischio che questi atti possano diventare “una pratica politica, uno strumento di antagonismo”. Nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro, il presidente di Legautonomie ha anche ribadito la mancanza di “reti solide di relazioni istituzionali che possano fare sentire le centinaia di enti locali calabresi e i loro rappresentanti, partecipi di un’idea di governo, società e di scelte per lo sviluppo”.

Dal rapporto emerge che la punta massima di atti intimidatori è stata registrata tra aprile e maggio, coincidente, come già accaduto nel 2010, con una tornata di elezioni amministrative. Il maggior numero di episodi si sono verificati nei comuni della provincia di Reggio Calabria (276, pari al 31%) ma è significativo anche quest'anno il dato del crotonese (134 casi, pari al 21% e numero massimo di episodi dal 2000) considerato che si tratta della più piccola provincia con appena 27 comuni. L'ultimo episodio, che non rientra nello studio, si è verificato appena due giorni fa con l'incendio del portone del municipio di Isola Capo Rizzuto. Complessivamente gli episodi hanno interessato 68 diversi Comuni, il numero massimo dal 2000, che porta a 222 il numero degli enti che in questi anni sono stati colpiti almeno una volta dal fenomeno (il 54% del totale). Prendendo in rassegna il numero dei Comuni interessati dal 2000 ad oggi, nel crotonese l'85% dei comuni ha registrato almeno un episodio, così che ad oggi solo in quattro di essi non è stato rilevato nessun atto. Segue il vibonese (80%), la provincia di Reggio (64%), il catanzarese (54%) ed il cosentino (35%). Nel 2011 i più bersagliati dalle intimidazioni sono stati i sindaci (34%), quindi i consiglieri comunali (23%). In totale le intimidazioni sono state indirizzate per il 70% verso amministratori comunali. Nel 10% dei casi sono state prese di mira strutture e beni comunali e nell'8% amministratori regionali, il dato più elevato nel decennio considerato. Lo scorso anno sono aumentati i danneggiamenti (23, +8% sul 2010), gli incendi di autovetture e proprietà private (15, +8%), le aggressioni (4, +1%). Sono diminuiti gli spari contro beni (7, -3%), l'utilizzo di ordigni esplosivi (2, -4%), gli incendi di strutture e beni pubblici (2, -4%) e le forme di intimidazioni con lettere e messaggi e altro (30, -11%). “Naturalmente - è scritto nel rapporto - non è dato sapere se l'omicidio verificatosi a Samo, a danno di un consigliere comunale”, Vincenzo Sgabellone, rappresentante di una lista civica, ucciso il 30 ottobre scorso, “sia legato al suo ruolo o attiene a fattispecie diverse”.

All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, anche i sindaci di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, di Rosarno, Elisabetta Tripodi, di Lamezia Terme, Gianni Speranza, di Torre di Ruggiero, Pino Pitaro e di Montauro, Leo Procopio. “Le intimidazioni agli amministratori e alle istituzioni locali sono un’intimidazione a tutta la comunità.” Ha dichiarato Carolina Girasole. “I cittadini devono indignarsi davanti a questo. La svolta ci sarà quando loro capiranno che ogni frase e ogni gesto contro gli amministratori sono un’offesa a tutta la popolazione”. Secondo Girasole, “...c'è oggi una grande distanza tra gli amministratori e i cittadini, così come c'è qualcuno che ha sempre deciso e vuole continuare a farlo al posto dei cittadini”.
Tra le testimonianze, anche quella del sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, costretta a vivere sotto tutela. Il primo cittadino ha detto: “Non mi sono mai sentita sola, perché c'è stata subito una risposta corale. Il tentativo che si attua con le intimidazioni e con la calunnia è quello di destabilizzare, di non fare durare un’esperienza amministrativa”.

Il sindaco di Lamezia Terme, Speranza, ha proposto l’organizzazione di due iniziative, una a Isola Capo Rizzuto e l’altra a Rosarno, che possano permettere di registrare tra “i sindaci una maggiore solidarietà”, spiegando che “siamo di fronte a un problema nazionale che qui ha una sua particolarità, ma non si può continuare a vederlo come un fatto puramente locale”. “I dati diffusi da Legautonomie, che riferiscono di oltre cento atti intimidatori ai danni di amministratori locali calabresi nell'ultimo anno e, addirittura, di un migliaio di episodi dal 2002 a oggi, non sorprendono affatto, ma forniscono le proporzioni complessive di un fenomeno gravissimo”. Lo afferma in una nota la deputata del Pd, Maria Grazia Laganà Fortugno, che chiede al Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, di “venire al più presto in Calabria”. “La Calabria - aggiunge - è oggi più che mai un'emergenza nazionale. Lo andiamo ripetendo da mesi, anzi, da anni. Il governo Monti intervenga, marcando anche da questo punto di vista una discontinuità rispetto al passato. Il ministro Cancellieri venga al più presto in Calabria al fine di prendere personalmente atto della drammatica situazione che sul piano dell'ordine pubblico si vive nella regione. È un'escalation continua che, nelle ultime settimane, ha portato all'intimidazione contro il centro migranti di don Panizza a Lamezia Terme; all'attentato ai danni della cooperativa sociale Goel di Caulonia e, infine, all'incendio del portone del municipio di Isola Capo Rizzuto”. “Il Viminale - conclude Laganà - intervenga con la sua massima espressione politico-istituzionale per effettuare una compiuta ricognizione, anche per il tramite degli uffici territoriali del governo, al fine di mettere a punto le misure indispensabili per far fronte a questa situazione ormai insostenibile”.

Letto 1622 volte
Dalla rete di Articolo 21