Articolo 21 - ESTERI
"Sarko'? Solo una nuvola" Il futuro franco-turco secondo Niyazi
di redazione
"L'Italia per me è la patria di Norberto Bobbio", un autore centrale nella sua formazione di docente di filosofia del diritto. Proprio la sua formazione laica è quella che negli anni passati lo ha portato a guardare con simpatia al governo Erdogan, perchè la laicità per lui non è mai stata compatibile con il totalirismo nazionalista che per tanti anni ha dominato l'orizzonte turco. E quella Legion d'Onore conseguita anni fa dice che per lui la Francia non è poca cosa. Sarkozy però ora codifica il reato di negazione del genocodio armeno. Per i rapporti franco-turchi è un brutto colpo?
"E' un brutto colpo per la libertà di espressione, perchè questa legge colpisce ogni singolo individuo, un ricercatore ad esempio, è chiaro che limita una fondamentale libertà dell'uomo. Ma non credo che con questa decisione Sarkozy possa danneggiare davvero le relazioni franco-turche. Quanto meno non a lungo termine. Certo, nell'immediato si crea una turbolenza, ma i rapporti tra Francia e Turchia affondano le loro radici nella storia, risalgono al XVI secolo, a Rousseau, e si innervano in una tradizione culturale importantissima che ha prodotto istituzioni, università e molto altro. E poi ci sono le relazioni commerciali. Sono tantissimi gli imprenditori francesi che operano in Turchia, davvero una miriade. Basti ricordare che la Renault ha qui suoi stabilimenti. Tutto questo mi porta a ritenere che Sarkò produrrà soltanto una pertubazione metereologica transeunte".
Ma c'è il rischio che alimenti una ventata nazionalista nel discorso politico turco?
"Il nazionalismo c'è in Turchia, ma oggi non credo sia più forte del nazionalismo che avete in Italia o che vediamo in altri paesi europei. Il nazionalismo pericoloso oggi è all'opposizione, nel PSD, che si richiama al pensiero dei fondatori della Turchia moderna. Erdogan ovviamente ha un'agenda diversa, ma in frangenti come questo ovviamente può pronunciare un discorso con toni forti, ma non mutare agenda, perchè il suo rapporto politico con il presidente degli Stai Uniti, Barack Obama, glielo impedisce. Quel rapporto, quella opzione, costituisce un asse strategico per la sua politica e gli mpedirà di fare del nazionalismo più di una ratorica occasionale."
Ma si possono temere problemi con gli armeni che vivono in Turchia?
"Assolutamente no. SOno 70mila e al 90% votano per Erdogan perchè sanno che ha capovolto il paradigma politico turco, arrivando a restituire ala chiesa armena, come a quella ortodossa, tutti i beni che furono confiscati ai tempi di Ataturk. Su questo fronte dico proprio "zero problem".
"E' un brutto colpo per la libertà di espressione, perchè questa legge colpisce ogni singolo individuo, un ricercatore ad esempio, è chiaro che limita una fondamentale libertà dell'uomo. Ma non credo che con questa decisione Sarkozy possa danneggiare davvero le relazioni franco-turche. Quanto meno non a lungo termine. Certo, nell'immediato si crea una turbolenza, ma i rapporti tra Francia e Turchia affondano le loro radici nella storia, risalgono al XVI secolo, a Rousseau, e si innervano in una tradizione culturale importantissima che ha prodotto istituzioni, università e molto altro. E poi ci sono le relazioni commerciali. Sono tantissimi gli imprenditori francesi che operano in Turchia, davvero una miriade. Basti ricordare che la Renault ha qui suoi stabilimenti. Tutto questo mi porta a ritenere che Sarkò produrrà soltanto una pertubazione metereologica transeunte".
Ma c'è il rischio che alimenti una ventata nazionalista nel discorso politico turco?
"Il nazionalismo c'è in Turchia, ma oggi non credo sia più forte del nazionalismo che avete in Italia o che vediamo in altri paesi europei. Il nazionalismo pericoloso oggi è all'opposizione, nel PSD, che si richiama al pensiero dei fondatori della Turchia moderna. Erdogan ovviamente ha un'agenda diversa, ma in frangenti come questo ovviamente può pronunciare un discorso con toni forti, ma non mutare agenda, perchè il suo rapporto politico con il presidente degli Stai Uniti, Barack Obama, glielo impedisce. Quel rapporto, quella opzione, costituisce un asse strategico per la sua politica e gli mpedirà di fare del nazionalismo più di una ratorica occasionale."
Ma si possono temere problemi con gli armeni che vivono in Turchia?
"Assolutamente no. SOno 70mila e al 90% votano per Erdogan perchè sanno che ha capovolto il paradigma politico turco, arrivando a restituire ala chiesa armena, come a quella ortodossa, tutti i beni che furono confiscati ai tempi di Ataturk. Su questo fronte dico proprio "zero problem".
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