di Federico Orlando
Cari Amici di Articolo 21, l'importante manifestazione della nostra Associazione, che si è aperta ad Acquasparta e proseguirà fino a domenica, è uno di quei momenti di vita culturale collettiva sui quali conviene tornare a riflettere, anche se già se n'è discusso. Si tratta di un dialogo che la nostra Associazione ha inteso promuovere con altre rappresentanze della società nazionale, per definire i contenuti di prossime impegnative lotte comuni: a difesa dell'ordinamento costituzionale e per lo sviluppo democratico, pluralistico, giusto della nostra società. Come ha scritto Ezio Mauro, “Nessuna riforma condivisa inizia con un colpo di mano, e nessuna stagione costituente può fondarsi su un salvacondotto”. Ogni discorso sulle riforme che non tenga conto di queste due condizioni è puramente retorico.
Sono particolarmente lieto che alla nostra assemblea nazionale partecipino magistrati e costituzionalisti, e non solo operatori dell'informazione e degli altri linguaggi della comunicazione -cinema, teatro, letteratura, lirica, danza- recentemente giudicati “culturame” da chi della cultura dovrebbe essere il garante istituzionale. La presenza fra noi e con noi di operatori del diritto e di studiosi delle istituzioni ci confermerà se, e in che misura, sia valido l'allarme del direttore di Repubblica: “L'esecutivo che usa come un'arma personale il legislativo per bloccare il giudiziario, vanifica il principio della separazione dei poteri senza il quale, come diceva la Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789, una società 'non ha una costituzione' ”.
L'arricchimento col quale usciremo dai tre giorni di Acquasparta non attenua ma accentua l'obbligo del nostro impegno nella quotidiana lotta parlamentare, giornalistica, sindacale. A distanza di nove anni, ormai, dalla fondazione di Articolo 21, e nonostante l'assillante stimolo delle sue iniziative, dobbiamo constatare che molti giornalisti della carta stampata e dei media radiotelevisivi (compreso il servizio pubblico) restano estranei ai valori della partecipazione: quasi che la loro libertà di cittadini e di professionisti possa essere garantita dal solo nostro impegno e non debba esserlo in primo luogo dal loro. Così cadono le democrazie, non si rafforzano. Come mi scrive una lettrice del nostro sito, ricordando una puntigliosa definizione della tirannide di Vittorio Alfieri, “ogni popolo che la sopporta è schiavo”. Bisogna fare ogni sforzo per evitare il rischio assai noto che spesso la schiavitù plagia le sue vittime fino a farsene amare.
Auguro a tutti gli associati ad Articolo21 e ai partecipanti all'assemblea di Acquasparta di saper esprimere le opinioni e le parole migliori per stimolare tutti noi, e chi diserta le battaglie civili, a continuare o a iniziare l'impegno per salvaguardare la nostra democrazia.
Quella Costituzione che tutela i lavoratori- di Antonio Boccuzzi / Acquasparta e l'invisibilità dei lavoratori dello spettacolo- di Sylvia De Fanti*/ "No mafia day". Una proposta da lanciare ad Acquasparta - di Claudio Fava / Perchè andare ad Acquasparta- di Giuseppe Giulietti / Ad Acquasparta il 22,23,24 gennaio per creare un argine alla deriva anticostituzionale - di Paolo Beni / Ad Acquasparta per un nuovo impegno - di Ottavio Olita / Per difendere il nostro futuro- di Luigi De Magistris* / Un sentire comune per la difesa della democrazia- di Orfeo Goracci*/ Insieme per la Costituzione- di Mattia Stella*/ Un'assemblea nazionale per la difesa della democrazia e della Costituzione - di Giuseppe Giulietti/ Ad Acquasparta il 22, 23 e 24 gennaio. Tre giorni per difendere diritti e Costituzione- di Giorgio Santelli / Razzismo. Da Haiti a Rosarno, ad Acquasparta anche per ricordare l'Articolo 3 della Costituzione - di Stefano Corradino / Costituzione sull'orlo dell'abisso- di Nicola Tranfaglia