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Cronache dal mondo di eternit. Da Salerno, Roma, Siracusa, Firenze, Taranto, Emilia Romagna
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di Valter Vecellio

Cronache dal mondo di eternit. Da Salerno, Roma, Siracusa, Firenze,  Taranto, Emilia Romagna

No, purtroppo non finisce con la storica e importantissima sentenza di Torino. Con le  questioni legate all’eternit saremo costretti ancora per molti anni a farci i conti. Ecco un “mosaico” di notizie che proprio perché tali, non fanno “notizia”. 
Guardia di Finanza sequestra caseificio all’eternit - Un caseificio di Serre, in provincia di Salerno, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza a Cesinelle. Durante un controllo è stato rinvenuto un impianto di scarico che convogliava i reflui della lavorazione direttamente nel torrente Alimenta, senza alcun impianto di depurazione. In una stalla di circa 500 metri quadri è stata rinvenuta una copertura in eternit, danneggiata e altamente inquinante. Accanto all'azienda, in un'area di 300 metri quadri è stata trovata anche una discarica abusiva per veicoli dismessi e lastre di amianto. Tutto il complesso è stato sequestrato; l'amministratore dell'area e il titolare del caseificio sono stati denunciati.
Roma: sequestrati 30 quintali di speciali - Un carico di 30 quintali di calcinacci e amianto, destinato ad essere scaricato illegalmente è stato sequestrato dai Pics-decoro della Polizia di Roma Capitale. I materiali inerti e pericolosi sono stati rinvenuti in un camion.
Rifiuti: sequestrate 5 tonnellate di Eternit in discarica del siracusano - Oltre 5 tonnellate di materiali in eternit sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza a Noto (Siracusa) in un'area vicina all'"Isola Ecologica" del Comune dove si trovano i contenitori per la raccolta differenziata. Sul posto giacevano coperture in lastre di fibro-cemento del tipo eternit, tubi, serbatoi, grondaie in parte integri e in parte frantumati, per un totale di circa 5.000 chili.
Amianto: Emilia Romagna, da regione 13 mld per 214 interventi bonifica. Prevista rimozione 209mila mq di pannelli, al loro posto il fotovoltaico - Tredici milioni di euro per coniugare il risanamento ambientale dei luoghi di lavoro con lo sviluppo delle energie rinnovabili. A tanto ammontano le risorse che la Regione Emilia Romagna ha stanziato per sostenere il bando di incentivi alla rimozione dell'amianto, la coibentazione e l'installazione di pannelli fotovoltaici nelle aziende del territorio. Per il bando, sono arrivate 286 domande, di cui 214 sono quelle accolte perché in possesso di tutti i requisiti di ammissibilità. Un successo che ha spinto la Regione a integrare i 9 milioni inizialmente previsti con 4 milioni di risorse aggiuntive, al fine di riuscire a sostenere tutte le imprese meritevoli dei finanziamenti previsti nel bando. Considerando, inoltre, il coinvestimento previsto da parte delle imprese, saranno movimentati complessivamente 87 milioni di euro. L'intervento permetterà di liberare dall'amianto coperture pari a quasi 209 mila metri quadrati di tetti e coperture e di installare oltre 23 mila KW di energia pulita, con un risparmio di emissioni climalteranti pari a oltre 6 mila Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) su un totale di oltre 44 mila consumate prima di realizzare l'intervento.
Ex dipendente denuncia Teatro Comunale Firenze. Era addetto a caldaie bonificate solo a fine anni '90 - Ha lavorato per quasi trent’anni al Teatro Comunale di Firenze: tra i suoi compiti c’era la manutenzione della caldaia. Nel novembre 2011, dopo un improvviso malore, i medici gli diagnosticano problemi polmonari e poco dopo una grave forma di asbestosi, malattia respiratoria legata all'aspirazione di fibre di amianto. Quelle fibre che lui, un settantenne fiorentino che ora ha presentato una denuncia, dice di aver respirato fino alla fine degli anni '90, quando l’amianto che ricopriva la centrale termica e le caldaie del teatro venne rimosso.
La denuncia è stata presentata dal settantenne, al quale i medici hanno dato una diagnosi che non lascia spazio a speranze, anche alla luce della recente sentenza di Torino. Al giudice l’uomo spiega che durante il suo periodo lavorativo (è in pensione dal 1998), nessuno lo aveva mai avvertito della pericolosità del materiale con cui veniva quotidianamente a contatto, né gli erano mai state fornite strumentazioni per limitarne i danni. Solo nell’ultimo anno del suo lavoro gli fu data una mascherina usa e getta e un camice. L’uomo dice di essere a conoscenza di altri suoi ex colleghi, che stanno combattendo con la sua stessa malattia, e ricorda che già negli anni scorsi un altro ex collega era morto per una patologia analoga. In effetti nel 2001 Bruno Betti, 61 ANNI, anche lui ex dipendente del teatro, denunciò di essere stato colpito da adenocarcinoma a causa dell'amianto respirato in teatro. Il procedimento venne archiviato e l'uomo è morto alcuni anni fa. Da alcuni anni la Fondazione Maggio ha comunque provveduto a rimuovere completamente l’amianto da tutti i locali del teatro.

Polizzi: abbandona lastre etermit in un casolare - I Carabinieri di Petralia Sottana hanno denunciato un uomo di 62 anni, per aver abbandonato in un casolare di sua proprietà, a Polizzi Generosa, una cinquantina di lastre in eternit, alcune delle quali già parzialmente frantumate e dunque particolarmente pericolose per la salute. L'area è stata posta sotto sequestro.

Amianto: figlia coniugi morti denuncia Eternit e Fibronit. Operaio di Roma morì a 72 anni, la moglie un anno dopo - Una denuncia contro i vertici delle aziende Eternit e Fibronit è stata presentata alla procura di Torino dalla figlia di due coniugi romani morti di mesotelioma maligno epitelioide, un cancro legato all'esposizione alle polveri di amianto. La vicenda è raccontata in un comunicato dell'Osservatorio Nazionale Amianto, a cui aderisce Marina Padoan, la donna che si è rivolta alla magistratura per la morte del padre Gianfranco Padoan a 72 anni nel novembre 2009 e della madre Anna Musca un anno dopo, a dicembre 2010.
Gianfranco Padoan, nato a Roma nel 1937, era un operaio della Fibronit di Broni (Pavia), un'azienda che produceva elementi per l'edilizia in amianto, chiusa nel 1985. Spesso veniva inviato nelle altre sedi della società in Italia, come il magazzino sulla via Appia a Roma, città dove abitava la sua famiglia, si legge nel comunicato. "Le persone che ci lavoravano (nel magazzino, ndr) sono quasi tutte morte e chi non lo è, è gravemente ammalato – prosegue la nota -. Altre volte Padoan si è recato anche all’estero, come in Africa – dove sicuramente ci sono stati altri contaminati dall'asbesto – per occuparsi del taglio e la posa in opera di tubi in cemento-amianto, per la costruzione di acquedotti". "E' stata la stessa INAIL di Roma a diagnosticare, poi, al signor Padoan di essere affetto da mesotelioma maligno epitelioide, patologia che ne ha causato il decesso a novembre del 2009 e quasi un anno dopo, a dicembre 2010, è venuta a mancare anche la moglie, vittima inconsapevole delle fibre killer che l’hanno contaminata attraverso le tute da lavoro che il marito portava a casa per essere lavate".
Dieci amministratori, dirigenti e componenti del CDA della Fibronit, oltre ai vertici della Eternit Stephan Ernest Schmidheiny e Louis De Cartier De Marchienne, sono stati denunciati con richiesta di arresto. "C'è il sospetto di un collegamento tra le due aziende – si legge nella nota – per condotta criminosa ispirata dalla volontà di violare tutte le misure di sicurezza e di salvaguardia della salute e della integrità psicofisica dei dipendenti". Schmidheiny e De Cartier De Maechienne il 13 febbraio scorso sono stati condannati a sedici anni per disastro ambientale doloso nel processo di Torino per le migliaia di morti e di malattie legate ai prodotti in amianto della eternit.

Taranto: sequestrata discarica abusiva con 500 tonnellate rifiuti speciali - Un'area adibita a discarica abusiva, estesa 3.000 metri quadrati e contenente 500 tonnellate di rifiuti speciali, è stata sequestrata a Talsano, vicino Taranto da militari della Guardia di Finanza. Al momento dell'intervento le Fiamme Gialle hanno accertato la presenza di rifiuti di vario genere tra i quali materiale inerte proveniente da demolizioni edili, pneumatici fuori uso, plastica e pannelli in eternit, in stato di abbandono sul terreno. Sono in corso accertamenti per individuare i responsabili dell'abbandono di rifiuti.

Amianto Pirelli, scoperti altri due lavoratori ammalatisi a Milano - Due nuovi casi si aggiungono all'elenco di ex lavoratori degli stabilimenti milanesi della Pirelli che si sono ammalati e sono morti per la prolungata esposizione all'amianto. Si tratta di due ex operai che negli anni '70 e '80 hanno lavorato negli impianti di viale Sarca e via Ripamonti e che sono morti all'inizio degli anni Duemila rispettivamente di mesotelioma e di adenocarcinoma papillare. Con queste ultime due segnalazioni arrivano a 15 gli operai morti per mesoteliomi, patologie asbesto correlate o tumori alla vescica per esposizione a Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) contenuti nelle mescole dei pneumatici, al centro dell'inchiesta 'Pirelli 2'. Il procuratore aggiunto Nicola Cerrato e il pm Maurizio Ascione per questo caso hanno iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo e lesioni colpose gravi 11 ex dirigenti del gruppo della Bicocca, in carica tra il 1978 e il 1989. Le stesse persone sono imputate nell'ambito del processo milanese 'Pirelli 1' per la morte o le gravi malattie contratte da altri 25 lavoratori del gruppo. I casi 'sospetti' individuati dalla Asl di Milano sono circa una settantina. "Il numero dei malati destinato a crescere", sottolineano i funzionari del dipartimento del Lavoro della Asl di Milano che, coordinati dalla dottoressa Susanna Cantoni, hanno raccolto segnalazioni da famiglie, ospedali e medici di base, analizzato cartelle cliniche e ricostruito il ciclo del lavoro in Pirelli. "I casi di mesotelioma che ci hanno segnalato sono circa 40 - spiegano - a cui si aggiungono almeno altri 25 o 30 operai che a causa dell'esposizione all'amianto hanno l'asbestosi o le placche pleuriche". Senza contare i casi, oltre una decina, di tumori alla vescica riconducibili al nerofumo contenuto nelle mescole utilizzate per fare i pneumatici. Due processi hanno portato a 22 condanne in primo grado di ex dirigenti del colosso dei pneumatici, mentre altri tre filoni dell'inchiesta stanno per arrivare in aula. "Alla Asl di Milano le segnalazioni arrivano soprattutto dalla sezione lombarda del Registro Nazionale dei Mesoteliomi - spiegano i funzionari che si sono occupati della vicenda - che censisce tutti i casi registrati in Italia di questo tipo di malattia legata all'amianto. Utili per le ricerche anche i dati raccolti dall'Inail, dall'Inps e dall'Occam, database che raccoglie tutte le schede di dimissione degli ospedali lombardi e consente di verificare se tra i dipendenti di alcune aziende si siano verificate con maggiore frequenza patologie tumorali". Poche, invece, le famiglie che finora hanno collaborato segnalando i casi dei loro congiunti. Le indagini sono anche rallentate dal fatto che le vittime spesso sviluppano questo tipo di tumori dopo 20 o 30 anni di latenza. "Nel frattempo le aziende in cui lavoravano non ci sono pi - spiegano i funzionari della Asl - o hanno modificato il loro ciclo produttivo. Non resta quindi che raccogliere dati e aiutare la magistratura a istruire i processi. Sperando in un risarcimento per le famiglie degli ex operai". Pirelli ha gi avviato trattative per risarcire gli eredi dei lavoratori milanesi che si sono ammalati e con 6 famiglie un accordo stato trovato. Tra loro anche gli eredi di Enio Marciano, che prima di morire denunci i suoi ex datori di lavoro in procura e diede il via all'inchiesta. Pirelli sta trattando con altre famiglie e con Inail, Asl, Inps e Regione Lombardia che si sono costituiti parte civile. La procura, gli enti coinvolti stanno cercando di costruire una rete tra le famiglie degli ex lavoratori Pirelli per far emergere i casi ancora sconosciuti e farli rientrare nelle indagini in corso.


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