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''Il Riformista'' chiude. Cdr e Stampa Romana oggi in conferenza stampa
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di Ettore Colombo

''Il Riformista'' chiude. Cdr e Stampa Romana oggi in conferenza stampa

Il Riformista – quotidiano fondato proprio dieci anni fa, compleanno che molto probabilmente non riuscirà a festeggiare - chiude, ma questa volta Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato che, solo una settimana fa, aveva detto “Se il Riformista chiude ce ne faremo una ragione”, non c’entra nulla. Sembra, questa, infatti, l’intenzione dell’attuale compagine editoriale (la cooperativa Le Ragioni del Socialismo - Il Nuovo Riformista, presidente Gianni Cervetti, direttore responsabile Emanuele Macaluso) che ha convocato un’assemblea straordinaria dei soci per il prossimo venerdì, 16 marzo, con un unico punto, all’ordine del giorno: la liquidazione della società. Ieri, il cdr del quotidiano arancione, capitanato da Alessandro De Angelis, ha preso carta e penna ed ha scritto, con la collaborazione dell’Associazione Stampa Romana (presidente Paolo Butturini) una nota per denunciare le intenzione del proprietario-editore della cooperativa.

“La procedura di liquidazione della società avviene – scrive il comunicato congiunto del sindacato dei giornalisti del Lazio e del cdr - senza aver dato comunicazione della cosa a nessuno e senza aver aperto un confronto con le organizzazioni sindacali, con le quali, non più tardi di tre mesi fa, l`azienda aveva chiuso un accordo per un contratto di solidarietà”, contratto che comporta la decurtazione dello stipendio per la pianta organica del giornale (12 giornalisti e una decina tra poligrafici e personale dell’amministrazione). “Un atto sconcertante, assimilabile in qualche modo – accusa Stampa Romana - al comportamento della Mrc, società editrice di Liberazione: si fanno gli accordi, poi si cambia idea e si stracciano senza battere ciglio. Nel caso de Il Riformista, come in altri, tutto ciò avviene in un contesto in movimento, senza che siano ancora chiari i termini e le quantità del finanziamento pubblico, rischiando così di buttare a mare un`esperienza editoriale e un`intera redazione”.

“Il Cdr de Il Riformista e l`Associazione stampa Romana – si legge ancora nella nota - convocano una conferenza stampa per domani, giovedì 15 marzo alle 12.30 (Sala Paola Angelici primo piano di Piazza della Torretta 36 ) nella quale verrà illustrata la situazione della testate e le iniziative che il sindacato ha intenzione di prendere”.

Il Riformista è stato fondato e diretto a lungo, nella sua fase iniziale (dal 2002 al 2006, da Antonio Polito), quando la gestione della società era di Claudio Velardi e, per tre mesi, quando Polito si candidò al Senato. da Stefano Cingolani. Dopo l’ingresso nella cooperativa dei nuovi soci, la famiglia Angelucci, il Riformista è stato diretto da Paolo Franchi (dal 2006 al 2008), poi di nuovo da Antonio Polito (dal 2008 al 2010) e, per sei mesi, da Stefano Cappellini. Sempre nel 2010, l’attuale direttore, Emanuele Macaluso, che ne aveva rilevato la testata dalla famiglia Angelucci, è diventato, insieme alla cooperativa Le Ragioni del Socialismo, direttore, proprietario ed editore del Nuovo Riformista-Le Ragioni del Socialismo.

Non spetta certo al sottoscritto – che sul Riformista scrive ed ha scritto praticamente a partire dalla sua nascita, prima da Milano e poi da Roma, sotto diverse forme contrattuali (collaboratore, cococo, redattore ordinario, etc, ora di nuovo collaboratore fisso) – parlare di quanto questa testata abbia inciso nel panorama editoriale e giornalistico del nostro Paese, ma certo è che lo ha fatto, e parecchio, prendendo posizioni spesso solitarie e difficili, ma contribuendo sempre a arricchire il dibattito politico-culturale della sinistra italiana e non solo di quella, ma anzi parlando – spesso – anche al centro e alla destra, chiedendo loro sempre posizioni ‘riformiste’. Non è giusto, a mio modesto avviso e di tutto il cdr e del collettivo della redazione, chiudere in questo modo, senza ‘provarci ancora’ una voce editoriale e giornalistica come questa. Del resto, un economista riformista come Claudio Napoleoni, proprio a questo spronava e incitava la sinistra: “Cercate ancora”. E’ questo che chiediamo: cercate, cerchiamo, ancora.


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