di redazione*
Per proteggere i giornalisti minacciati occorre dare ad ognuno di loro la massima visibilità e creare un valido deterrente, per rendere controproducente il ricorso alle intimidazioni per mettere a tacere i giornalista ed oscurare le notizie che pubblicano. Ed è una scelta strategica depenalizzare la diffamazione a mezzo stampa, come chiede l’ONU. Queste le principali richieste rivolte alla Commissione parlamentare Antimafia dal segretario nazionale della FNSI, Franco Siddi, dal vice segretario nazionale, Luigi Ronsisvalle, e del direttore di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato, convocati per una audizione sul tema.
Il senatore Luigi De Sena, già Prefetto di Reggio Calabria dal 2005 al 2008, ha presieduto i lavori del Comitato di lavoro sulla legalità, ha acquisito un dossier di Ossigeno è ha annunciato che questi temi saranno approfonditi in altre sedute.
Siddi ha proposto, fra l’altro, all’Antimafia di svolgere audizioni regione per regione e in particolare di “verificare alcuni episodi oscuri che destano la massima preoccupazione perché sorge il dubbio che le minacce ai giornalisti nascono dall’interno stesso dei loro giornali”. “In alcuni territori – ha aggiunto – il tessuto imprenditoriale dell’informazione è debolissimo ed è esposto a un alto rischio di infiltrazioni mafiose, e non è escluso che alcune di queste infiltrazioni si siano già realizzate”. Siddi ha inoltre indicato alcuni punti deboli della legislazione e ha chiesto una maggiore tutela del segreto professionale dei giornalisti e la depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa.
Spampinato ha sottolineato che la depenalizzazione della diffamazione, sollecitata anche dalle nazioni Unite, è una riforma a costo zero e ha un valore strategico: risolverebbe in gran parte anche il problema delle querele pretestuose e delle richieste di danni immotivate, veri e propri abusi del diritto che rappresentano ormai la forma prevalente di intimidazione e di ricatto nei confronti dei giornalisti italiani.
Il deterrente più valido, ha aggiunto Spampinato, si pò creare facilmente: basta creare un sistema in grado di dare di volta in volta la massima pubblicità agli articoli dei giornalisti minacciati. “Chi minaccia un giornalista per oscurare le cose che ha scritto rinuncerà a farlo se il primo effetto delle minacce sarà quello di rendere più conosciute proprio quelle notizie. Si può fare creando quello che chiamiamo ‘L’archivio delle notizie oscurate’ a cui sono interessate alcune Regioni e a cui l’Antimafia può offrire una importante sponda istituzionale”.
A conclusione dell’audizione il senatore De Sena ha invitato la FNSI e Ossigeno a formulare una proposta per rafforzare la tutela del segreto professionale dei giornalisti e ha annunciato una ricognizione dei progetti di legge parlamentari sulla depenalizzazione della diffamazione a mezzo stampa.
*tratto da http://www.ossigenoinformazione.it/