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Milano: "Bisogna investire in cultura e rispetto"
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di Micol Sarfatti

Milano: "Bisogna investire in cultura e rispetto"

Sabato sera in via Padova,  nella periferia di  Milano si è scatenato l’inferno. Una via da anni nell’occhio del ciclone per questioni legate all’immigrazione, ma evidentemente mai abbastanza considerata. Fino  a sabato,  quando è scoppiata la rivolta interetnica. Un giovane egiziano, Aziz El Saied, 20 anni il prossimo luglio,  è stato accoltellato da un sudamericano, dopo una rissa scoppiata per futili motivi. Il fatto ha scatenato l’ira dei connazionali che hanno trasformato la via in una banlieue: macchine ribaltate e incendiate, negozi  devastati e saccheggiati; 37 immigrati vengono portati in questura, molti erano senza documenti, cinque vengono arrestati.
Nel dopo guerriglia di  via Padova tra politici, cittadini e immigrati infuria la polemica.
Per molti lo scontro tra egiziani e sudamericani ha solo aperto un vaso di Pandora, i prodromi del conflitto erano visibili da tempo.
«Il quartiere è invivibile da anni- racconta Antonio, in via Padova da 10- il degrado lo sta divorando. Questa via è una fogna a cielo aperto.»
«Ormai qui comandano gli immigrati- dice indignata Maria, storica inquilina di via Padova- ci dicono di stare tranquilli, perchè l’integrazione è possibile, ma non ci crediamo più.»
Fuori dal coro le voci di un gruppo di studenti che abitano in una delle vecchie case di ringhiera della via: «Noi qui stiamo bene. La convivenza fra diverse etnie sicuramente non è facile, ma comunque possibile.»
Tanti accusano le istituzioni, soprattutto il sindaco  Letizia Moratti e il vicesindaco Riccardo De Corato. «Ci hanno lasciati soli, si ricordano di noi solo quando si arriva a situazioni estreme come queste.»
 La fiaccolata organizzata ieri sera dal Pdl, a cui hanno partecipato Romano La Russa, Daniela Santanchè, l’eurodeputato Carlo Fidanza e l’assessore Gianni De Nicola, non ha fatto altro che scatenare nuove polemiche con i residenti italiani e stranieri. Un manifestante ha lanciato una torcia contro un gruppo di contestatori. Il corteo, seguito in realtà da poche persone, è stato organizzato per manifestare solidarietà ai commercianti che hanno deciso di depositare un mazzo di fiori accanto al luogo dell’omicidio
«I conoscenti del ragazzo ci hanno ringraziato e hanno apprezzato il gesto» ha raccontato Remo Vaccaro del Coordinamento delle associazioni dei commercianti milanesi.
Nelle prossime ore le mamme dell’associazione “La città del sole- Amici del Parco Trotter” si riuniranno in una veglia  per ricordare Aziz con messaggi di cordoglio in tutte le lingue. Per dimostrare che il rispetto tra culture è possibile, come dice Don Piero Cecchi, parroco di San Giovanni Crisostomo, chiesa oltre il ponte di via Padova: «Qui non bastano l’ordine pubblico e la repressione degli abusi, bisogna investire in cultura e rispetto.»
«I fatti di questi giorni stanno coprendo tutto il buono che, anche fra le difficoltà è stato costruito in questi anni.» Racconta amareggiato il sacerdote che invita a seguire «l’atteggiamento del credente che ha fiducia nella possibilità di superare i contrasti.»

 


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