di Simona Silvestri
“Broni deve tornare a vivere”. Silvio Mingrino, presidente dell’A.V.A.N.I. (Associazione vittime dell’amianto nazionale italiana), non si stanca di ripeterlo. Lui, a causa della Fibronit, ha perso entrambe i genitori. “Ho perso mio padre nel 1999, il 23 settembre, per mesotelioma pleurico. Che cosa fosse non si sapeva assolutamente. Quando chiedevi notizie ai medici e alle persone ti dicevano: è il male della cementifera”. Armando Mingrino aveva 62 anni, aveva lavorato alla Fibronit dal 1963 al 1997. La moglie, Carmela Mazzucco, 73 anni, è deceduta il 18 luglio 2008: nello stabilimento non era mai entrata. Purtroppo non sono state le sole vittime della cementifera.
La Fibronit, dal 1932 al 1993, ha prodotto cemento amianto, e morte. Purtroppo continua a produrla ancora oggi, nonostante lo stabilimento sia inattivo da più di un decennio. A oggi, secondo un'indagine della magistratura, sono circa 700 le vittime dell'amianto a Broni, tra malati e deceduti: a queste vanno aggiunti i malati potenziali, le persone che si ammaleranno di qui al 2015, quando è previsto il picco dei tumori. A Broni e nell'hinterland, “perché è interessato anche tutto l’Oltrepò pavese: Broni è l’epicentro. Ci sono morti a causa della sola contaminazione ambientale: non solo la gente che lavorava in fabbrica, ma anche le donne che lavavano i panni e la gente che respirava l’aria, perché le fibre d’amianto, durante la lavorazione, svolazzavano nel circondario della fabbrica”. E continuano a svolazzare ancora oggi, perché la Fibronit non è stata ancora messa in sicurezza. “Io ho giurato a mia madre, sulla tomba dei miei genitori, che mi sarei battuto per rivendicare loro e tutte le persone che muoiono per questa malattia che fino adesso hanno tenuta nascosta, o della quale hanno comunque parlato sottovoce. Io, insieme con gli altri, leviamo questo grido di giustizia, di non volere essere abbandonati dalle istituzioni. Chiediamo giustizia e di essere assolutamente aiutati”. Il primo passo è stato quello di creare l’AVAP (associazione vittime amianto pavese), poi diventata A.V.A.N.I., per far conoscere la problematica a livello nazionale, perché c’è bisogno che si parli di Broni. In ballo c’è la bonifica dell’area dell’ex Fibronit, situato in pieno centro cittadino. Lo stabilimento è chiuso, ma sporgendosi dalle fessure lungo la recinzione, lo spettacolo che balza agli occhi è più che preoccupante. Tetti in disfacimento, manufatti in cemento-amianto abbandonati sul piazzale, in pieno disfacimento. Un’area grandissima, della quale il solo piazzale è stato messo in sicurezza. “A Broni abbiamo 300mila metri quadrati di coperture eternit, 60mila dei quali soltanto nell’area Fibronit”. Solo per la bonifica di quest’ultima ci vogliono 27 milioni di euro.
Uno degli obiettivi fondamentali portati avanti da A.V.AN.I. è la bonifica delle costruzioni. A tal proposito l’associazione sta portando avanti un progetto molto ambizioso e interessante, in collaborazione con la Banca popolare di Milano e l’impresa Aeffe: un progetto di co-finanziamento a tassi agevolati per la rimozione dell’amianto dai tetti di Broni e dell'hinterland e la sostituzione delle vecchie coperture con pannelli solari. Un sistema che offrirebbe un doppio vantaggio, agevolando lo smaltimento dell'eternit, molto costoso e oneroso, e l'installazione di una fonte di energia pulita.
L’associazione, infine, sta promuovendo anche un’operazione di prevenzione, per monitorare i sintomi della malattia e cercare di debellarla in una fase ancora curabile, offrendo un canale privilegiato ai pazienti. A tal proposito è stato creato l'Ambulatorio Amianto, un progetto che sarà presentato venerdì 19 febbraio dal professor Gino Volpato, titolare della cattedra di chirurgia toracica all’università di Pavia, e dal dottor Giovanni Belloni, presidente dell’ordine provinciale dei medici e primario dell’unità operativa di medicina interna all'ospedale di Broni - Stradella. Nella stessa Broni, inoltre, a partire da sabato 20 febbraio sarà attivo uno Sportello amianto; offrirà un servizio di prima consulenza per i malati e i familiari, per chi ha problemi con la bonifica, e anche a livello legale con l’Inps, l’Inail per far valere i propri diritti costituzionali.
Intanto la lotta di Silvio Mingrino continua. La prossima tappa importante è prevista per il 5 marzo, quando una delegazione dell’A.V.A.N.I. si presenterà davanti al Quirinale per essere ricevuta dal Presidente Giorgio Napolitano, al quale è già stata inviata una petizione popolare con 1100 firme, per chiedere un chiarimento sul Fondo vittime dell’amianto, istituito nel 2007 e mai reso operativo.
“Ho scritto una lettera al Capo dello stato perché è giusto che noi vittime dell’amianto, essendo tutti figli dello stesso Dio, e non di un Dio minore, veniamo tutelati e innanzitutto rispettati come tutti gli altri, perché non possiamo accettare assolutamente che lo stato in questo momento si dimentichi dell’amianto”.
Proprio per questo l’azione dell’A.V.A.N.I. continua, non soltanto a livello locale ma anche nazionale. “Partiamo da Broni e allarghiamoci, tutti devono rimboccarsi le maniche con l’aiuto delle istituzioni, che è un aiuto dovuto. Broni non tace più, perché l’associazione A.V.A.N.I. andrà avanti all’infinito a reclamare i diritti di un paese che ha tutta la dignità, tutto il diritto di vivere e ritornare al suo vecchio splendore”.