di Marialaura Carcano
Vi ricordate lo slogan: lasciateci lavorare? Berlusconi non è nuovo al concetto di impedimento. La sua politica si declina tra gli estremi libertà- impedimento. Un uomo del fare del resto ha più probabilità di misurarsi con gli impedimenti, è successo anche all'uomo delle emergenze disorientato in un centro estetico dove era in visita notturna e clandestina, forse impedito, o limitato nei movimenti da una feroce infiammazione cervicale. Berlusconi è stanco di essere impedito nel suo lavoro di governo. Procede con determinazione allo spianamento degli ostacoli, come una ruspa all'opera in un cantiere di un Grande evento. Anche Berlusconi, che odia l'impedimento, ha però il diritto di essere impedito. E si appella dunque al principio del legittimo impedimento che gli permetterà di sottrarsi ai processi che lo vedono coinvolto con l'effetto conseguente di una promessa di prescrizione. Il 27 febbraio al Senato va al voto la legge sul legittimo impedimento, una specie di lodo Alfano bis, dopo che il lodo Alfano è stato bocciato dalla Cassazione come incostituzionale. Il provvedimento stabilisce che il premier possa ottenere il rinvio dell' udienza nei processi in cui è imputato, perché legittimamente impedito dalle sue attività di governo a comparire in aula in Tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a sei mesi, per un totale di 18 mesi. Le stesse norme sono stese anche ai ministri. Una legge ponte per tentare di arrivare ad una legge sull'immunità delle alte cariche dello stato dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Cassazione che ha ritenuto con la sua sentenza che una legge ordinaria non possa modificare le prerogative del presidente del Consiglio fissate dalla Costituzione (a proposito che nome impedente, Cassazione...) Per l'opposizione di centro sinistra, ma anche per tanti cittadini in cerca di rappresentanza, una legge ad personam. Per questa ragione il 27 febbraio alle 14.30 il Popolo Viola (quello del No B day) chiama in piazza tutti quelli che non sono d'accordo e vogliono dire basta: cittadini, associazioni, partiti . Tutti quelli che la Costituzione non la vivono come un impedimento ma come una garanzia. Il Popolo Viola, spiega quali articoli della Costituzione sono oggi più a rischio e quali temi saranno sul palco della manifestazione del 27 febbraio a Roma, in Piazza del Popolo. L'articolo 1 "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro" I Viola denunciano il fatto che la politica del Palazzo non affronta i problemi del Lavoro in una stagione che vede gli operai più che altro sui tetti, stagione disperata in cui qualcuno è arrivato a minacciare di darsi fuoco. Proprio dal sit in dei lavoratori Alcoa, davanti a Montecitorio, è nata l'idea dei Viola di presidiare il Parlamento con un camper. L'articolo 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ecco al comma 2 c'è scritto "rimuovere gli ostacoli" non "creare gli ostacoli" per di più in nome di un impedimento. Si fa quasi fatica a satr dietro alle parole. La domanda è: creare ostacoli alla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge come può essere legittimo? Questa è la domanda che si pongono tutti quei cittadini che alla giusitizia non si sottraggono. L'articolo 21. "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione". Tutti, anche al telefono. E' vero che hanno perfino il diritto di ridere del terremoto mentre la gente vive i primi istanti di terrore. Chi sopra e chi sotto le macerie. Tutto sommato questo attiene alla sensibilità personale, al grado di coinvolgimento e non è una sfera su cui si possano scrivere delle leggi. Ma non ci si può appellare al diritto alla privacy quando da queste conversazioni si evince qualcosa che ha un interesse generale. Un interesse pubblico. In questo contesto anche il bikini stretto brasiliano non è un fatto privato se è moneta di scambio in un contesto di favori (o favoreggiamenti), se si parla di appalti, se si spende denaro pubblico. Minzolini direttore del Tg1 dice : le intercettazioni non sono prove. E' vero, sono strumenti di indagine. Strumenti che il governo intende limitare. Berlusconi annuncia misure severe contro la corruzione e nello stesso tempo ci dice i corruttori parlino liberamente al telefono dei loro sporchi affari, le intercettazioni saranno sempre più vietate. Vestiamoci di viola e impediamolo.