di Giorgio Santelli
Paese che vai, Omega che trovi. Articolo 21 ha incontrato a Trapani i lavoratori della Multimedia Planet, altra azienda – in questo caso un call center – della galassia Omega, quella di Agile ed Eutelia, per capirci. Il gioco delle scatole cinesi ha colpito anche qui – afferma Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 -. 900 lavoratori a Trapani, 350 a Bari. L’azienda lunedì potrebbe siglare l’accordo per la cassa integrazione in deroga a Bari. Per il sì Cisl e Uil. La Cgil si è chiamata fuori dall’accordo. I lavoratori guardano all'ipotesi di accordo in modo negativo. Meglio il commissariamento, ci dà futuro e toglie l'azienda dalle mani di una proprietà inaffidabile.
“E’ un accordo che ci penalizza – affermano i lavoratori – perché dopo sei mesi di cassa integrazione in deroga non avremo più futuro. Altra cosa sarebbe il commissariamento che ci permetterebbe di studiare un percorso per la salvaguardia della nostra azienda, di avere una cassa integrazione più lunga e, quale ultima ratio, la possibilità di ricollocazione sul mercato del lavoro”, Il, caso dei lavoratori di Trapani è particolare poiché l’accordo che lunedì mattina Vendola potrebbe firmare con l’azienda, passa sulle loro teste senza che essi possano fare nulla. Se sarà firmato varrà anche per la Sicilia.
“Chiediamo a Vendola di non firmare l’accordo, e di andare verso il commissariamento dell’azienda, così come avvenuto per le aziende del nord, così come per Agile, che fanno parte della stessa nostra galassia. “Di questi lavoratori non si parla – ha affermato Giulietti – perché loro non salgono sui tetti, perché non ricevono visite squadriste come avvenuto per Agile a Roma. Ed il rischio è che la loro storia non venga raccontata e che non si trovino risposte concrete per loro. E la crisi che stanno affrontando – prosegue – interessa un’area difficile del Paese: Bari, per 350 unità e Trapani per i restanti 900 lavoratori. Per capirci, il numero delle famiglie coinvolte è lo stesso della Fiat di Termini Imerese”.
Anche per loro le storie sono simili. Giovani coppie, famiglie monoreddito. “E’ da novembre che non prendiamo lo stipendio ma vogliamo ancora tirare la cinghia aspettando il commissariamento. A cosa ci servono 6 mesi di stipendio senza alcuna certezza del futuro”. I ragazzi di Multimedia Planet sono venuti all’Università di Trapani per sentire Marco Travaglio. E anche a lui hanno chiesto aiuto. Loro non salgono sui tetti, non sono in sciopero della fame. Fanno una protesta normale, in un paese che non è più normale e che stenta a riconoscerli. E’ un angolo di quest’Italia in crisi: una crisi vera, che si vede e respira nei territori ma che non appare sui media.