di Giuseppe Giulietti
Non amiamo gli allarmismi e non ci piace neppure l'uso di un linguaggio muscolare modellato sugli schemi linguistici imposti dalla lega e da Berlusconi, ma è difficile trovare le parole giuste per definire quanto sta accadendo in Italia. "Emergenza democratica" ci sembra la parola più giusta per fotografare la situazione. Si tratta davvero di ore torbide, forse tra le peggiori mai attraversate dall'Italia repubblicana. La legge non è più uguale per tutti, il più forte può fare quello che vuole calpestando norme e regole, la giustizia discende dalla volontà del sovrano che può decidere a suo piacimento.
Il tutto avviene mentre, nelle stesse ore, si è deciso di assestare un colpo micidiale alla libertà di informazione e alla medesima contrattazione attraverso la sostanziale cancellazione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
In questa furia vi è la rabbia e la disperazione del signore delle tenebre che sentendo vicina la fine politica tenta l'ultima e forse più pericolosa avventura.
Il presidente Napolitano era obbligato a firmare? Molti e autorevoli costituzionalisti pensano di no, ma non ci sembra questo il momento per spostare l'attenzione da Berlusconi a Napolitano, una polemica eccessiva, una parola di troppo,una legittima rabbia potrebbero spaccare il fronte delle opposizioni e aprire la strada ad una brutta avventura.
In queste ore bisogna lavorare a costruire la più larga alleanza tra chi ancora crede nello stato di diritto e nella legalità repubblicana.
Il PD ha proposto una grande iniziativa nazionale per il prossimo 13 marzo, noi ci saremo, ci saremo con la bandiera tricolore e con una copia della Costituzione, ci auguriamo che ci saranno milioni di donne e di uomini capaci di anteporre la passione civile e l'amore per l'interesse generale a qualsiasi interesse di parte, di partito di fazione.
Per litigare e per dividersi ci sarà, purtroppo, sempre tempo, ma adesso è il momento della unità popolare contro ogni forma di arbitrio, di violenza, di censura.