di Roberto Zaccaria
Cominciamo col dire che non ci abitueremo mai… Siamo arrivati al cinquantottesimo decreto-legge, in meno di due anni di legislatura, ad oltre duecento ordinanze in deroga alle leggi, alla ventottesima questione di fiducia, siamo arrivati ad usare la Legge del Parlamento in chiave puramente residuale, ma noi non ci abitueremo mai e continueremo a denunciare lo stravolgimento dello stato di diritto.
Non si possono fare decreti legge in materia elettorale, non si possono fare quando la campagna elettorale è già cominciata e soprattutto non si possono fare a favore di una parte politica e contro le altre parti.
Mettere il bavaglio all’informazione politica in campagna elettorale, in base ad un’interpretazione della legge sulla par condicio che non era mai stata data nei dieci anni precedenti, e cambiare unilateralmente le regole elettorali è roba indecente. Non possiamo permettere che la reiterazione negli strappi alla Costituzione ammorbidisca la nostra coscienza.
Non esistono diritti delle forze politiche principali. In campagna elettorale tutte le forze politiche hanno gli stessi diritti.
Sabato Valerio Onida e successivamente Gustavo Zagrebelsky hanno parlato con grande chiarezza. Non tutti i costituzionalisti che sentiamo pontificare in questi giorni sono eguali. L’autorevolezza morale non si compra dovunque. Ricordiamo alcuni dei loro libri: La Costituzione (Onida), Il diritto mite (Zagrebelsky) e l’ultimo libro di Gustavo: Intorno alla legge, Il diritto come dimensione del vivere comune (Einaudi).
Lapidarie le parole che trafiggono questo decreto: 1) un decreto in questa materia non si può fare; 2) I soggetti interessati modificano unilateralmente la legge a proprio favore; 3) Si finge il decreto interpretativo mentre è assolutamente innovativo 4) Questo decreto travolge in maniera clamorosa il principio di eguaglianza che è il pilastro fondamentale della Costituzione.
Di fronte a questa arroganza non ci abitueremo mai….