di Micol Sarfatti
«A Milano la mafia ha raggiunto il suo scopo: è diventata invisibile e quindi ancora più pericolosa. Milano è la più grande lavatrice di denaro sporco d’Europa, qui coesistono tutte e quattro le organizzazioni criminali nostrane. Le infiltrazioni mafiose sono presenti soprattutto nell’hinterland: Buccinasco, Cologno Monzese, Pieve Emanuele, solo per citare alcuni comuni. E’inutile far finta di non vedere. La mafia non ha più la coppola e la lupara, non parla più il gergale dei gangster, ma il linguaggio delle banche e delle istituzioni.» Parla senza mezzi termini Frediano Manzi, sa bene cos’è la mafia. Nel 1997 ha fondato Sos Racket e Usura, dopo aver conosciuto personalmente il dramma della criminalità organizzata ed essere stato lasciato solo dalle istituzioni.
«Ho voluto mettere la mia esperienza da vittima al servizio dei cittadini. Per avviare la mia attività avevo chiesto aiuto alle banche, ma mi negarono il credito, fui costretto a rivolgermi agli usurai. Continuarono a minacciarmi e a danneggiarmi anche se pagavo il pizzo. Quando l’usura ti colpisce entra in possesso delle tue attività, al nord la mafia agisce così.»
«Il mio scopo-prosegue Manzi- non era solo quello di offrire aiuto a chi aveva subito gli abusi del racket, ma anche far comprendere la necessità e l’utilità di seguire la strada della denuncia e dall’autorità giudiziaria.»
A febbraio Manzi, dopo l’ennesima minaccia, nonostante anni di impegno civile e di lotta al racket, ha deciso di chiudere l’associazione. «E’ stata una devastazione personale-racconta- ho sempre creduto nella mia creatura, ma andare avanti senza l’appoggio delle istituzioni era diventato impossibile. Per far tacere una persona o la si uccide, o la si delegittima, quest’ultimo è stato il mio caso.»
Manzi sottolinea la forte connessione tra Stato e criminalità: «Anche le tangenti per gli appalti sono una forma di pizzo. La mafia ormai è nel potere: non si arriva ad essere il primo partito in una regione grande come la Sicilia senza avere rapporti con la criminalità organizzata. Purtroppo questo si verifica anche al nord, le infiltrazioni delle cosche mafiose cominciano nei piccoli comuni, un esponente del clan dei Della Valle è stato consigliere comunale a Cologno Monzese.»
Ma per Frediano Manzi, nonostante tutto, «la lotta alla mafia non è un’utopia». Il fondatore di Sos Racket ha in programma di andare nelle scuole per parlare dell’importanza della legalità e mettere la sua esperienza al servizio dei giovani. «I ragazzi devono imparare a conoscere gli abusi del potere e a segnalarli, c’è bisogno di una sollevazione popolare per sconfiggere tutte le mafie.»
Manzi conclude invitando tutti «a mettere la faccia nella lotta alla criminalità organizzata. Bisogna esporsi, agire nel territorio, parlare chiaro e non mandarle a dire. L’esposizione mediatica in nome della lotta alla mafia non è protagonismo, ma coraggio e senso civico.»