di Elisabetta Viozzi
Due giorni fa l’attentato nella metropolitana di Mosca, che ha causato 39 vittime. Subito le autorità russe avevano puntato il dito contro i terroristici caucasici. Ed ora è proprio il Caucaso ad essere insanguinato. Un doppio attacco suicida ha infatti colpito stamattina la città di Kizlyar, nel Daghestan. Due esplosioni a poca distanza l’una dall’altra, che avrebbero causato almeno 11 morti, tra cui 7 funzionari di polizia. Morti e feriti anche tra i civili, accorsi dopo il primo attacco e sorpresi dalla seconda deflagrazione, quando un kamikaze vestito da poliziotto si è fatto esplodere. Il Caucaso sembra essere dunque al centro della nuova escalation di violenza che sta investendo la Russia. Dopo la dura repressione di Mosca in Cecenia e in Georgia, tutto faceva pensare che la zona calda fosse stata definitivamente “normalizzata” e il paese aveva vissuto anni di relativa calma. I terroristi sembravano definitivamente sconfitti, senza più risorse per portare avanti la loro lotta per l’indipendenza da Mosca. Cosa sta accadendo ora, dunque? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Dragosei, corrispondente del Corriere della Sera da Mosca.
Ascolta l'intervista a Fabrizio Dragosei